Il controllo sotterraneo di Hamas nella Striscia di Gaza
Alla luce del recente ripiegamento delle forze israeliane, Hamas ha immediatamente riempito il vuoto, riemergendo dalle gallerie e mescolandosi tra i civili. Nel giro di poche ore, i miliziani sono tornati a esercitare il controllo in diverse aree della Striscia. L’obiettivo è mantenere l’ordine, catturare i gruppi rivali e prevenire il caos, riporta Attuale.
Venerdì, la BBC ha riportato, citando fonti, il mobilitato di circa 6-7 mila guerriglieri e la nomina di cinque governatori, un’azione mirata a riaffermare il controllo e garantire un minimo di vivibilità in un’area devastata. Tuttavia, il movimento ha smentito la notizia, anche se alcune pattuglie dei miliziani sono state avvistate e fotografate nei territori controllati da Hamas.
Le cifre fornite dalla BBC potrebbero non essere del tutto accurate, ma sembra inverosimile che non abbiano approfittato del ritiro parziale delle forze israeliane. Una fonte anonima vicina al team negoziale ha precisato all’AFP che “il governo di Gaza è una questione chiusa” e non parteciperà alla transizione ma rimane una parte fondamentale della realtà locale.
Tuttavia, questo approccio contrasta con il rifiuto di disarmare espresso di recente da Hamas, che ha lasciato aperta la possibilità di consegnare le armi a un’autorità palestinese. La situazione rimane piena di incognite e dipenderà molto dall’evoluzione del processo diplomatico.
In tal senso, si evidenzia l’intenzione egiziana di inviare 5 mila poliziotti palestinesi, addestrati insieme alla Giordania, e la disponibilità a partecipare a un contingente multinazionale autorizzato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, un’opzione che sembra differente rispetto a un semplice intervento di stabilizzazione.
Gli scontri tra gruppi rivali
Con l’arrivo di aiuti umanitari a bordo di centinaia di camion, la necessità di distribuirlo a una popolazione stremata si fa pressante, ma in un contesto già precario, diversi camion sono stati depredati. La consegna degli aiuti è un modo per rinsaldare i legami con i civili, ma è evidente che i militanti cercano di esercitare il loro controllo. Intanto, si sono registrati scontri con gruppi ribelli, con conseguenti vittime.
La mappa del conflitto mostra il coinvolgimento di clan come quelli di Hussan al Astal e al Majida a Khan Younis, con atti di violenza legati al controllo del territorio e punizioni pubbliche inflitte a quelli considerati oppositori.
I tunnel di Hamas
I tunnel, elemento chiave nelle operazioni di Hamas, sono stati ignorati nei dibattiti pubblici, ma restano una minaccia concreta. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha evidenziato la necessità di distruggerli, sia attraverso operazioni dirette dell’IDF che mediante un meccanismo internazionale sotto supervisione americana.
In un’analisi dei tunnel, emergono diverse domande cruciali: come possono essere individuati senza mettere a rischio la loro efficacia? Quanti tunnel esistono? In origine, questi cunicoli erano utilizzati per il contrabbando al confine con l’Egitto, ma ora sono parte integrante delle pratiche operative di Hamas. L’operazione di distruzione richiederà mezzi adeguati e una volontà politica ferma, poiché molti di questi possono essere protetti da esplosivi.