Giudice: violenza giovanile in Italia preoccupante, il ruolo della droga è significativo

13.10.2025 02:15
Giudice: violenza giovanile in Italia preoccupante, il ruolo della droga è significativo

Violenza giovanile in Italia: necessità di un intervento più incisivo

Roma, 13 ottobre 2025 – I dati recenti sugli atti di violenza giovanile in Italia destano grave preoccupazione. Stando a esperti e autorità, l’applicazione di misure come il Daspo e il decreto Caivano hanno contribuito a contenere il fenomeno, ma appare evidente la necessità di una revisione del processo minorile. Omicidi, rapine e violenze sessuali sono sempre più frequenti tra i minorenni. La questione rimane urgente: è necessaria l’adozione di misure come gli arresti domiciliari per affrontare questa situazione? Riporta Attuale.

Valerio de Gioia, consigliere della Corte di appello di Roma e consulente della Commissione d’inchiesta sui femminicidi, sostiene che le dinamiche comportamentali dei giovani colpevoli di reati gravi sono preoccupanti. “Non siamo più nel 1988, quando è stata introdotta la legge sul processo minorile”, commenta de Gioia, che denuncia come spesso i delitti siano perpetrati per motivi futili, spingendo a riflessioni più profonde sulla responsabilità sociale e giuridica dei giovani.

Il Daspo, strumento di limitazione della mobilità, si è dimostrato efficace in contesti urbani. De Gioia spiega, “Se impedisci a un giovane di andare in un determinato luogo noto per attività illecite, lo stai effettivamente proteggendo”. Tuttavia, sorgono interrogativi sull’efficacia di leggi più severe in relazione alle attività di violenza giovanile.

“Misure come gli arresti domiciliari potrebbero avere effetti positivi, senza necessariamente recludere i giovani in carcere, ma inviano comunque un messaggio forte”, aggiunge. L’abuso di droghe pesanti e di sostanze sintetiche sembra contribuire all’aumento della criminalità giovanile, con i prezzi accessibili e la facilità di approvvigionamento che facilitano l’uso tra i ragazzi.

“Ho assistito a processi di ragazzi di appena diciotto anni con pesanti abusi di sostanze”, racconta, sottolineando come le nuove sostanze alterino profondamente l’equilibrio psicologico, portando a incidenti violenti, come quello in cui un giovane ha ucciso per un motivo banale.

Una tendenza preoccupante, evidenziata da de Gioia, è l’uso di armi bianche tra i giovanissimi, con coltelli sempre più diffusi nel contesto sociale. “Le risse con accoltellamenti sono in aumento e possono avere esiti fatali. È cruciale intervenire non solo con misure punitive, ma anche con un’educazione mirata che coinvolga famiglie e istituzioni. Necessitiamo di riesaminare il limite dell’età imputabile, considerando che attualmente, sotto i 14 anni, non è possibile procedere legalmente”, avverte.

In merito alle nuove tecnologie, de Gioia afferma che le forze dell’ordine e il legislatore devono adattarsi rapidamente a fenomeni emergenti. “Il 10 ottobre è stata introdotta una norma sull’intelligenza artificiale che sanziona video fake. È fondamentale agire prima che questi fenomeni inerenti alla tecnologia evolvano e mettano a rischio la sicurezza dei giovani”, conclude.

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