Le guerre risolte da Trump: la Thailandia e la Cambogia in conflitto
La ripresa dei combattimenti tra Thailandia e Cambogia, che erano stati dichiarati risolti grazie agli sforzi di Donald Trump, ha scosso la scena geopolitica. La Thailandia ha effettuato bombardamenti lungo il confine, causando almeno 15 morti, tra cui militari e civili, e sfollando oltre 500mila persone. Questo conflitto segna un netto allontanamento dagli accordi di pace proclamati dalla precedente amministrazione, riporta Attuale.
Dopo un temporaneo cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti nel luglio scorso, i combattimenti erano ripresi di recente. A fronte di un’escalation delle ostilità, Trump ha commentato la situazione, lamentando che «Cambogia e Thailandia hanno ricominciato oggi» e ha suggerito la possibilità di una telefonata per tentare di fermare il conflitto. Tuttavia, il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul ha espresso scetticismo, sottolineando che la diplomazia richiede tempo e preparazione.
In un contesto simile, anche il conflitto nella Repubblica Democratica del Congo ha visto un’escalation, con il gruppo ribelle M23 che ha intensificato le sue operazioni, conquistando la città di Uvira. Questo ha portato a centinaia di morti e all’evacuazione di circa 200mila persone. Gli esperti sottolineano che il Ruanda, sebbene neghi ogni coinvolgimento, continua a sostenere il M23, complicando ulteriormente la situazione.
Nonostante i molteplici accordi di pace firmati tra Congo e Ruanda, i combattimenti non si sono mai fermati e la diplomazia statunitense è stata messa in discussione. I rappresentanti congolesi hanno espresso il loro discontento nei confronti degli Stati Uniti, chiedendo un recupero della credibilità nei loro sforzi di pace, mentre Trump ha mantenuto un silenzio significativo sulla questione.