Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil si mobilitano insieme. Per i sindacati “Stellantis in Italia e in generale l’automotive in Europa sono al collasso. Sono irrimediabilmente a rischio la prospettiva industriale e occupazionale”
Sciopero unitario del settore automotive e manifestazione nazionale oggi, venerdì 18 ottobre, a Roma. Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil si mobilitano insieme, sotto lo slogan “Cambiamo marcia: acceleriamo verso un futuro più giusto”. I sindacati dei metalmeccanici scendono in piazza per difendere l’occupazione e rilanciare il futuro dell’industria dell’auto in Italia, a partire dai siti Stellantis. Lo sciopero è partito dal primo turno di lavoro.
Sciopero automotive: oggi manifestazione dei sindacati a Roma
Il corteo a Roma si muove da piazza Barberini diretto a piazza del Popolo, dove i segretari generali dei sindacati dei metalmeccanici, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella intervengono dal palco. In piazza anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.
“Stellantis deve mantenere gli impegni”
Stellantis deve mantenere “gli impegni che ha assunto col sindacato e col governo di rilanciare la filiera di rilanciare la filiera dell’automotive nel nostro Paese concentrando risorse, investimenti, nuovi modelli, aumentando la capacità produttiva, salvaguardando tutti i posti di lavoro, diretti e dell’indotto”. Lo ha detto il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, in piazza a Roma. E ha proseguito: “Negli stabilimenti italiani c’è una situazione drammatica, molta incertezza e paura sul futuro. E poi chiediamo rispetto – ha insistito il leader della Cisl -, rispetto per decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che pretendono di avere il sacrosanto diritto alla certezza dell’occupazione. Ci aspettiamo maggiore responsabilità sociale”.
“C’è il rischio concreto di cancellare posti di lavoro e di indebolire il settore industriale. Non lo possiamo permettere. Serve un piano straordinario di investimenti”, dice il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Palazzo Chigi, la premier Meloni, deve convocare Stellantis con l’ad Tavares, le aziende della componentistica e i sindacati – rimarca Landini – per un vero piano industriale di rilancio. Non possiamo più aspettare. Paghiamo errori e ritardi, anche sull’auto elettrica. Serve insieme una discussione a livello europeo”.
“La piazza chiede di fare presto, la richiesta è di mantenere gli impegni e di chiarire qual è il piano industriale con il quale si mantengono i posti di lavoro. È una richiesta al governo, alla politica, al ministro Urso”, ha detto riferendosi a Stellantis il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “Basta con le chiacchiere”, ha aggiunto. “Servono fatti concreti. Serve un incontro con la presidente del Consiglio e con Stellantis per definire intanto cosa farà l’azienda e quali saranno le linee di politiche industriali di questo paese. Non ci possiamo permettere di leggere tutti i giorni di chiusure dei siti produttivi per il costo dell’energia e per la mancanza politiche industriali”.
Per i sindacati, “Stellantis in Italia e in generale l’automotive in Europa sono al collasso. Sono irrimediabilmente a rischio la prospettiva industriale e occupazionale” e per questo, come si legge nel volantino dello sciopero, “sono urgenti risposte da parte dell’Ue, governo, Stellantis e aziende della componentistica”. Anche Fismic Confsal, Uglm e Associazione quadri sono in diverse piazze – Torino, Bari, Potenza, Napoli, Avellino, Cassino e Termoli – con lo slogan “L’automotive merita di più”.