Gli Stati Uniti intensificano gli attacchi navali contro il Venezuela per minare il regime di Maduro

03.11.2025 12:45
Gli Stati Uniti intensificano gli attacchi navali contro il Venezuela per minare il regime di Maduro

Attacchi degli Stati Uniti contro il Venezuela: 64 morti e accuse di destabilizzazione del regime di Maduro

Dall’inizio di settembre, gli Stati Uniti hanno condotto bombardamenti su decine di imbarcazioni al largo del Venezuela, ufficialmente per fermare i narcotrafficanti che tentano di introdurre sostanze stupefacenti nel paese. Finora, si sono registrati 15 attacchi che hanno causato la morte di 64 persone e, secondo diverse fonti, questi interventi possono essere considerati illegali, riporta Attuale.

Le operazioni sono interpretate da diversi analisti come parte di un piano dell’amministrazione Trump per destabilizzare il regime di Nicolás Maduro, uno dei nemici principali della politica estera statunitense nella regione. Trump ha implicitamente riferito a questa strategia durante una recente intervista, affermando che “i giorni di Maduro come presidente sono contati”.

La campagna contro Maduro non si limita ai bombardamenti. A agosto, gli Stati Uniti hanno innalzato a 50 milioni di dollari la taglia per chi fornirà informazioni utili per l’arresto del presidente venezuelano, ricercato per traffico di droga. Nel corso delle ultime settimane, più del 10 percento della flotta navale statunitense è stata mobilitata nell’area, includendo navi da guerra, sottomarini e una portaerei.

Fonti vicine all’amministrazione parlano di un possibile uso di questa forza non solo contro le imbarcazioni, ma anche contro obiettivi a terra in Venezuela. Trump, sebbene attualmente non intenda lanciare attacchi diretti, ha riferito che gli obiettivi potrebbero già essere stati identificati per una futura azione.

A metà ottobre, Trump aveva ordinato alla CIA di eseguire operazioni sotto copertura in Venezuela, destinate a contrastare i narcotrafficanti. Questi allineamenti sono stati resi pubblici per aumentare la pressione sul regime di Maduro.

La strategia statunitense mira a rendere insostenibile per Maduro il mantenimento del potere, come indicato in un’analisi del Crisis Group, che suggerisce un possibile aumento della pressione militare, partendo dagli attacchi marittimi fino a potenziali bombardamenti a terra.

Sebbene le accuse di narcotraffico contro il governo Maduro non siano del tutto infondate, esse sono viste da osservatori internazionali come un pretesto per giustificare le operazioni militari. Trump ha sostenuto che molte droghe giungono dal Venezuela, pur ammettendo che la maggior parte degli stupefacenti proviene dal Messico. L’amministrazione accusa Maduro di capeggiare un cartello, il Cártel de los Soles, ma gli analisti sono scettici sulla sua effettiva organizzazione e sulla giustificazione di tali attacchi.

Negli ultimi mesi, la posizione degli Stati Uniti nei confronti del Venezuela è cambiata drasticamente. Inizialmente, i tentativi di negoziazione da parte di rappresentanti dell’amministrazione Trump miravano a garantire l’accesso alle ricchezze petrolifere del paese. Tuttavia, con l’emergere di posizioni più aggressive, la pressione militare è aumentata. Trump mira a rovesciare il regime di Maduro per riaffermare l’influenza degli Stati Uniti nell’America Latina, nonostante la complessità della situazione politica in Venezuela, dove Maduro ha consolidato un potere autoritario dal 2013.

La sua resistenza, nonostante le sfide economiche e l’impopolarità, deriva dalla capacità di cooptare gli interessi economici e politici del paese. La maggior parte delle forze imprenditoriali e militari è fortemente allineata con il regime, rendendo necessario un intervento estremamente deciso da parte degli Stati Uniti per provocare un cambio di governo.

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