Il Potere Navale di Trump: la Nuova Flotta per Affrontare la Cina
Una nuova iniziativa navale di Donald Trump prende forma, con l’intenzione di costituire una potente flotta per affrontare la crescente sfida cinese. I rapporti indicano che questa flotta potrebbe essere soprannominata «Golden Fleet», un omaggio alla predilezione del presidente per tutto ciò che è dorato. Le discussioni riguardano un possibile rinnovamento della flotta, che includerebbe armamenti moderni, da cannoni a droni d’attacco, mentre la priorità immediata del Pentagono si concentra sulla situazione nei Caraibi, dove è stata dispiegata una formazione aeronavale per affrontare la crisi venezuelana, riporta Attuale.
In questo scenario, si prevede che la portaerei Uss Gerald Ford, del valore di 13 miliardi di dollari, si unisca a questo schieramento. Dotata di propulsione nucleare e operativa dal 2017, la Ford ha affrontato critiche riguardo a problemi tecnici, nonostante sia considerata un’unità strategica fondamentale. Con l’aumento della tensione, la sua presenza nella regione dei Caraibi emerge come un elemento cruciale per la deterrenza, specialmente in vista della modernizzazione delle capacità militari cinesi.
La portaerei, lunga 334 metri, trasporta una squadra di quasi 5.000 uomini, insieme a caccia F18, velivoli da guerra elettronica EA18G Growler e una varietà di elicotteri. Il gruppo d’attacco della portaerei sarà ulteriormente supportato da cacciatorpediniere della classe Burke e, probabilmente, da un sottomarino nucleare. Questa preparazione indica un impegno significativo di Washington nei confronti della crisi venezuelana e della lotta contro i narcos.
Osservatori militari suggeriscono che Washington stia già preparando una serie di operazioni mirate contro obiettivi criminosi e installazioni militari in Venezuela. Con è già sotto l’egida della Ford, le forze statunitensi avrebbero la capacità di intensificare gli attacchi, puntando a destabilizzare il regime di Nicolás Maduro. Tuttavia, il presidente Trump ha smentito che ci siano piani imminenti per un attacco diretto, anche se la storia ha dimostrato che le sorprese sono sempre possibili, come evidenziato dalla dinamica delle recenti operazioni in Iran.
In questo contesto, le affermazioni di un senatore repubblicano che consiglia a Maduro di fuggire a Mosca o Pechino rivelano l’urgenza di destabilizzare il regime e il clima di ansia che circonda la leadership venezuelana. Questo scenario complesso non solo evidenzia le tensioni geopolitiche attuali, ma anche il potenziale di un conflitto aperto, con la flotta statunitense come attore centrale in una strategia militare a lungo termine nei Caraibi.
Ma queste manovre nella Giamaica fanno seriamente paura. Un’altra flotta? E perché non risolvere i problemi a casa nostra prima? Qui in Italia abbiamo già abbastanza guai, nn abbiamo bisogno di nuovi conflitti. Spero che la situazione non degeneri ulteriormente…