Da più parti arrivano sensazioni positive sulle trattative in corso: 3.000 prigionieri palestinesi per 33 ostaggi di Hamas. Telefonata Biden Netanyahu
Un accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sarebbe vicino. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha “sottolineato” al premier israeliano Benjamin Netanyahu “il bisogno immediato di un cessate il fuoco a Gaza e il ritorno degli ostaggi con un aumento degli aiuti umanitari reso possibile da uno stop dei combattimenti”, ha reso noto la Casa Bianca dopo la telefonata tra i due leader.
Il consigliere per la Sicurezza nazionale uscente Jake Sullivan ha commentato gli sviluppi dei negoziati e, pur riconoscendo che “non si possono fare previsioni”, ha affermato che “si è molto vicini a un’intesa, anche se ci sono ancora cose che devono essere risolte”. Poi ha aggiunto che c’è “la volontà di raggiungere un accordo prima del 20 gennaio”, data dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca.
3.000 prigionieri palestinesi per 33 ostaggi di Hamas
Kadora Fares, capo del Comitato per i detenuti palestinesi, responsabile della questione dei detenuti nelle carceri israeliane, ha spiegato all’agenzia di stampa palestinese Maan che Israele rilascerà più di 3.000 detenuti palestinesi, tra questi anche 200 condannati all’ergastolo, e altri 1.000 di cui fanno parte minorenni, donne e prigionieri malati.
In cambio – ha riferito una fonte politica di alto livello a Ynet – Hamas deve rilasciare 33 ostaggi israeliani e stranieri vivi, compresi i soldati dell’Idf feriti che non rientrano nella categoria “umanitaria”. Fares ha riferito che tutti i palestinesi che verranno rilasciati, a eccezione di quelli condannati all’ergastolo, dovrebbero tornare alle loro case – in territorio israeliano, a Gaza o in Cisgiordania – mentre quelli con le condanne più gravi verranno probabilmente esiliati in Qatar, Egitto o Turchia.
I colloqui a Doha, Haaretz: “Israele ostacola le trattative”
I prossimi due giorni di colloqui a Doha saranno fondamentali per capire se i passi in avanti nelle trattative sono concreti. Secondo quanto ha riferito l’emittente Channel 12 citando alti funzionari israeliani della delegazione attualmente in Qatar. “È possibile raggiungere un accordo finale. Le condizioni per la chiusura sono ottimali”, hanno sostenuto le fonti.
Il quotidiano israeliano Haaretz citando una fonte vicina al dossier, ha spiegato che nei negoziati in corso a Doha, il rifiuto di Israele di impegnarsi a porre fine alla guerra come parte dell’accordo di cessate il fuoco dopo la seconda fase rappresenta una delle principali controversie.
La stessa fonte non precisata avrebbe detto che ci sarà un tentativo di presentare una promessa da parte degli Stati Uniti di fare pressione su Israele per porre fine alla guerra, anche se non ha esplicitamente accettato. Secondo il quotidiano, Israele dovrebbe presentare ai mediatori un piano di riorganizzazione militare nell’enclave palestinese. Questo includerebbe il Corridoio Filadelfia, la striscia di terra lunga 14 km che attraversa il confine tra Gaza e l’Egitto.