Harris contro Trump sul filo del rasoio: cosa dicono gli ultimi sondaggi

09.09.2024
Harris contro Trump sul filo del rasoio: cosa dicono gli ultimi sondaggi
Harris contro Trump sul filo del rasoio: cosa dicono gli ultimi sondaggi

La candidata democratica lotta adesso alla pari con il tycoon, ma l’elettorato Usa sente di non conoscerla a fondo. Grande attesa per il dibattito teleisivo del 10 settembre

Parità quasi assoluta tra Kamal Harris e Donald Trump in vista del voto del 5 novembre. I due contendenti alla Casa Bianca lottano sul filo del rasoio, come dimostrano i sondaggi più recenti. Il nocciolo duro che sostiene il magnate statunitense ed ex presidente non sembra disposto a mollare il proprio favorito. Per la vicepresidente che ha sostituito Biden a pochi mesi dall’appuntamento alle urne la vera sfida è quella di farsi conoscere meglio in un breve lasso di tempo. È d’obbligo recuperare voti preziosi tra gli indecisi. In questo potrebbe aiutarla il dibattito presidenziale previsto per martedì 10 settembre. Un appuntamento che potrebbe rivelarsi decisivo per i due sfidanti. 

Cosa dicono i sondaggi sulla sfida Trump-Harris

Secondo il sondaggio pubblicato l’8 settembre e condotto dal New York Times e dal Siena College, a livello nazionale il vantaggio di Trump è pari ad un solo punto percentuale: 48% contro il 47% di Harris. Questa differenza rientra nel margine di errore di tre punti percentuali ammessi. In sostanza entrambi i candidati alle elezioni del 5 novembre possono ambire alla vittoria. Per i democratici si tratta già di un recupero importante, visto che fino a poche settimane fa Biden era dato per spacciato. Adesso che per Harris ci sono delle chance concrete, questo risultato suona già come una mezza vittoria. A contare come sempre nelle elezioni made in Usa sono i cosiddetti “Stati chiave”, analizzati in un altro sondaggio condotto da CBS/YouGov. In  tre stati reputati in bilico Harris godrebbe di un vantaggio, seppur risicato, in Michigan (50%-49%) e nel Wisconsin (51%-49). Una situazione di parità è stata riscontrata invece in Pennsylvania.

La classe operaia bianca è il nocciolo duro di Trump

Da quando Biden ha abdicato, Trump ne ha risentito con un calo netto del vantaggio di cui godeva. In questa fase di assestamento dopo lo scossone dettato dal ritiro del presidente in carica, i sondaggi dicono però che i fedelissimi del tycoon non lo abbandoneranno. La sua base non cederà, anche perché conosce molto bene il suo candidato. Il sondaggio del New York Times mostra con chiarezza che una larga fetta di elettori vuole saperne di più sul conto di Harris, in particolare in materia di economia. Le  opinioni relative a Trump sono invece in gran parte stabilite. I dati indicano che il 28% dei probabili elettori ha affermato di aver bisogno di maggiori informazioni sulla candidata democratica, mentre solo il 9% ha detto lo stesso di Trump.

Harris ha ottenuto invece un ampio vantaggio  su Trump quando agli elettori è stato chiesto chi avesse la salute mentale e cognitiva necessaria per ricoprire la carica di presidente (sondaggio Cbs). La stragrande maggioranza  degli elettori ha bocciato anche i commenti offensivi di Trump sulla vicepresidente, il 71% degli intervistati li ha ritenuti offensivi. La fetta principale determinata a sostenere l’ex presidente si annida tra gli elettori bianchi senza istruzione universitaria, che hanno apprezzato il suo impegno nell’offrire opportunità economiche alla classe operaia. Qui il vantaggio di Trump è del 53% contro il 27% a favore di Harris.

L’attesa per il dibattito presidenziale del 10 settembre

Un momento cruciale per Harris potrebbe essere quello del dibattito televisivo in programma per il 10 settembre. Si tratterà del primo faccia a faccia tra la vicepresidente in carica e il candidato repubblicano. L’incontro verrà ospitato dal canale ABC News. Già la scorsa settimana la rete ha pubblicato il regolamento che disciplinerà il dibattito. La conduzione è stata affidata al caporedattore di “World News Tonight” David Muir e alla conduttrice di ABC News Live “Prime” Linsey Davis.  

Il dibattito si terrà a Philadelphia presso il National Constitution Center, sarà privo di pubblico e durerà 90 minuti, con due pause pubblicitarie. Come d’abitudine per il modello statunitense il “dialogo” sarà serratissimo. A ciascun candidato saranno assegnati due minuti per rispondere a ciascuna domanda, con una replica di due minuti, e un minuto aggiuntivo per un approfondimento, un chiarimento o una replica. In questo tempo Harris avrà l’opportunità di fornire maggiori dettagli sulle sue politiche, in particolare in materia di pianificazione economica. È possibile che Trump deciderà piuttosto di attaccare la vicepresidente senza esclusione di colpi nel corso di 90 minuti. 

La corsa in affanno di Harris per recuperare su Trump

Harris si considera la sfavorita in questa corsa e sa di dover conquistare ogni singolo voto, non potendo contare su una base di fedelissimi come Trump. Lo dimostra un’e-mail spedita ai sostenitori da Jen O’Malley Dillon, presidente della campagna della candidata democratica: “Come ha detto la vicepresidente Harris sin dal primo giorno, siamo gli sfavoriti in questa corsa. Abbiamo molto lavoro da fare per assicurarci di vincere questo novembre, e questo richiederà che continuiamo a raccogliere fondi in modo aggressivo”.

Ha poi sottolineato il ticket Biden-Harris alle passate elezioni, pur ottenendo più voti di qualsiasi altra coppi apolitica degli Usa, sia riuscito a vincere con un margine molto sottile (45mila voti) negli stati in bilico. “A novembre, prevediamo che i margini saranno altrettanto sottili. Ogni singolo voto conterà”, ha concluso  O’Malley Dillon. Da quando Harris ha preso le redini della campagna elettorale democratica al posto di Biden si è dedicata anima e corpo alla battaglia contro Trump, limitando però le apparizioni improvvisate e riducendo al minimo le interviste con i media. Il dibattito del 10 settembre sarà il suo primo vero banco di prova davanti ad un pubblico diverso da quello esclusivo dei suoi sostenitori.

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