José Jerí nominato presidente ad interim del Perù in un contesto di crescenti disordini
Venerdì scorso José Jerí è stato nominato presidente ad interim del Perù, dopo che nella notte tra giovedì e venerdì il Congresso aveva destituito con un voto di sfiducia la sua predecessora Dina Boluarte. Boluarte era in carica dal 2022, ma è sempre stata impopolare per la sua incapacità di affrontare l’aumento della criminalità nel paese e una serie di scandali di corruzione che l’hanno coinvolta. Jerí ha preso il suo posto in quanto primo in linea di successione secondo la Costituzione peruviana, dato che Boluarte non aveva mai nominato un vicepresidente, riporta Attuale.
Da settimane, la capitale Lima è teatro di intense e violente proteste antigovernative che non si sono fermate con la rimozione di Boluarte; anzi, i manifestanti chiedono ora le dimissioni di Jerí. In seguito a questi eventi, un manifestante è stato ucciso e almeno 100 persone sono state ferite, tra manifestanti e agenti di polizia. Il governo ha annunciato che dichiarerà lo stato di emergenza, non escludendo misure come l’imposizione del coprifuoco e restrizioni alla circolazione di veicoli.
I manifestanti vedono Jerí come una continuazione della precedente presidenza e non fidano nella sua capacità di affrontare la corruzione dilagante della classe dirigente, ritenuta una delle cause principali della crescente criminalità. Poco dopo essere entrato in carica, Jerí ha ordinato una retata in quattro prigioni peruviane per sequestrare cellulari, droghe e altro materiale di contrabbando, partecipando anche personalmente a una di queste operazioni. Tuttavia, i critici considerano tali misure gesti simbolici privi di effetti concreti.
José Jerí è un avvocato membro del partito conservatore Siamo il Perù e, a luglio, era stato eletto presidente del Congresso grazie ai voti di partiti di destra, ma anche con il sostegno del principale partito di sinistra, Perù Libero, dal quale era stata espulsa Boluarte nel 2022. Le alleanze politiche che hanno portato alla sua nomina sono state oggetto di critiche, poiché molti analisti e organizzazioni per i diritti umani sostengono che abbiano sistematicamente sfruttato le istituzioni per indebolire la magistratura e proteggersi da possibili condanne.
Negli ultimi tre anni, il Perù ha registrato un forte aumento di vari reati, con un incremento del 450% dei casi di estorsione dal 2022, che ha colpito duramente piccoli negozianti e autisti di mezzi pubblici. Secondo Le Monde, dal 2022 a oggi, i casi di estorsione sono aumentati drasticamente, con circa 2.600 negozi di alimentari costretti a chiudere a causa della crescente insicurezza. Anche gli autisti di autobus e taxi sono spesso vittime di estorsioni, con centinaia di loro uccisi nel corso dell’anno.
L’insoddisfazione crescente è alimentata dalla percezione che le istituzioni non stiano facendo abbastanza per contrastare questo fenomeno. Gli eventi recenti hanno evidenziato come la corruzione e l’incapacità del governo abbiano generato una distanza tra le classi dirigenti e la popolazione comune, creando un clima di sfiducia e rabbia sociale.
È davvero incredibile come la situazione in Perù stia sfuggendo di mano. La gente è esasperata e con ragione! Non è facile per nessuno quando la criminalità aumenta ogni giorno… Mah, speriamo che qualcosa cambi, ma con questo nuovo presidente non vedo molte speranze.