Il Bhutan investe con successo in bitcoin

28.06.2025 16:36
Il Bhutan investe con successo in bitcoin

Il Bhutan: un Caso di Studio nel Mondo delle Criptovalute

Fino a pochi anni fa, il Bhutan, un piccolo stato himalayano tra Cina e India, era conosciuto soprattutto per i suoi splendidi paesaggi montani e per l’originale criterio di misurazione del progresso nazionale tramite la Felicità Interna Lorda (FIL), anziché il Prodotto Interno Lordo (PIL). Tuttavia, recentemente il Bhutan ha catturato l’attenzione globale per il suo tentativo di affrontare una crisi economica attraverso la produzione di bitcoin, la criptovaluta più famosa al mondo, riporta Attuale.

La prima transazione con una carta di credito nel paese risale al 2010, ma il Bhutan ha rapidamente superato molti paesi industrializzati in questo settore. Secondo la piattaforma Arkham, il valore della riserva di bitcoin del Bhutan ammonta attualmente a 1,3 miliardi di dollari, che corrisponde a circa il 40% del PIL nazionale. Si colloca così tra le prime cinque riserve statali di bitcoin nel mondo, affiancandosi a nazioni molto più potenti come gli Stati Uniti e il Regno Unito.

Con una superficie simile a quella della Svizzera e una popolazione di circa 780.000 persone, il Bhutan si trova di fronte a significativi problemi economici. La disoccupazione giovanile è elevata e, negli ultimi cinque anni, il 10% della popolazione ha scelto di emigrare. La pandemia, iniziata nel 2020, ha esacerbato la già critica situazione, colpendo duramente il settore turistico.

È in questo contesto che il Bhutan ha iniziato a considerare seriamente la possibilità di accumulare bitcoin. Invece di acquistarli, il paese ha deciso di generarli tramite un processo noto come mining. Questo metodo consente di convalidare le transazioni con criptovalute e premia i miner con frazioni di bitcoin in cambio della potenza di calcolo fornita. Poiché il mining richiede elevate risorse computazionali, è tipicamente realizzato da una rete di computer collegati a server molto energetici.

Contrariamente ai meccanismi delle valute tradizionali, la generazione di nuovi bitcoin non diminuisce automaticamente il loro valore, in quanto è stata programmata per arrivare a un massimo di 21 milioni di unità. Questo aspetto consente di stabilire precedentemente il valore della criptovaluta.

L’iniziativa di accumulare bitcoin è stata avviata nel 2019 da Ujjwal Deep Dahal, amministratore delegato del fondo sovrano del Bhutan, Druk Holding and Investments. L’idea è scaturita da una richiesta del re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, che aveva esortato i funzionari a proporre soluzioni creative per migliorare la situazione economica del paese. Dahal ha appreso i principi del mining tramite tutorial online e ha sperimentato con i suoi colleghi nel loro ufficio, dove due computer utilizzati per il mining hanno persino attivato l’allerta antincendio.

Alla fine del 2020, il Bhutan ha avviato la sua prima “miniera” di bitcoin in una località montuosa vicino al passo di Dochula, dove l’energia elettrica è facilmente disponibile e le temperature fresche riducono il calore generato dai server. Il governo ha collaborato con esperti internazionali per configurare le macchine necessarie al processo di estrazione, un’operazione che ha richiesto diversi mesi.

Due anni dopo, il numero di siti di mining di proprietà governativa è aumentato a quattro, con alcune stime che suggeriscono il raggiungimento di sei impianti. Questo sviluppo è avvenuto in concomitanza con un’incredibile crescita del valore del bitcoin, che è salito da meno di 10.000 dollari nel 2020 a oltre 100.000 dollari nel dicembre 2024, il valore più alto mai registrato.

Il Bhutan può vantare una notevole capacità idroelettrica, grazie ai suoi numerosi fiumi, che prima veniva esportata. Ora, gran parte di questa energia in eccesso è destinata al mining, riducendo così le esportazioni di energia elettrica.

Fino a poco tempo fa, il governo ha mantenuto segreta l’operazione di estrazione di bitcoin, anche nei confronti dei cittadini, per evitare che il progetto cadesse nelle mani sbagliate. Tuttavia, questo approccio ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione delle riserve, temendo che potessero essere male amministrate dai politici.

A sua volta, puntare così fortemente sulle criptovalute presenta dei rischi, poiché si tratta di un settore nuovo e volatile, sebbene il bitcoin risulti il più stabile tra le varie criptovalute disponibili.

Ad oggi, la scommessa del Bhutan sembra funzionare. Nel 2023, il governo ha venduto bitcoin per un valore di 100 milioni di dollari, destinati a finanziare un aumento salariale del 65% per i dipendenti pubblici, una misura che il primo ministro Tshering Tobgay ha dichiarato impensabile fino a poco tempo fa.

Il governo intende ora mantenere le proprie riserve di bitcoin a lungo termine, concentrandosi sul miglioramento delle miniere esistenti piuttosto che sull’apertura di nuovi siti. Inoltre, sta esplorando opportunità per integrare le criptovalute nella vita quotidiana, introducendo un sistema di pagamento che consentirà ai turisti di pagare servizi come voli e hotel utilizzando oltre 100 criptovalute a partire da maggio 2025.

Da non perdere