Il cancelliere tedesco affronta il voto di sfiducia: cosa potrebbe succedere

16.12.2024
Il cancelliere tedesco affronta il voto di sfiducia: cosa potrebbe succedere
Il cancelliere tedesco affronta il voto di sfiducia: cosa potrebbe succedere

Olaf Scholz deve affrontare un voto di fiducia da parte del parlamento, l’ultimo passo verso le elezioni anticipate

È il giorno del giudizio per il cancelliere tedesco. Olaf Scholz affronterà oggi il voto di fiducia nel parlamento tedesco che, secondo le previsioni, perderà. Se il cancelliere non dovesse superare lo scoglio del voto, si aprirebbe la strada alle elezioni anticipate a febbraio per quello che è il paese più popoloso e della più grande economia dell’Unione Europea. Nulla di sorprendente però. Quello di oggi è un passaggio atteso, finalizzato a porre fine alla crisi di governo che si era aperta a inizio novembre. 

Quando potrebbero esserci le prossime elezioni

Da diversi mesi, infatti, Scholz ha perso la maggioranza del Bundestag spingendo così i principali partiti ad accordarsi sulla data delle elezioni anticipate, il 23 febbraio. Per questo, l’obiettivo di Scholz è perdere il voto in parlamento, che è il requisito formale per poter indire le elezioni, a cui lo stesso cancelliere uscente si è candidato. Scholz stesso ha convocato il voto e, se perde, dovrà chiedere al presidente della Germania, Frank-Walter Steinmeier, di sciogliere il parlamento in un processo che porterebbe nuovamente i tedeschi al voto.

Dallo scioglimento del parlamento, come previsto dalla Costituzione, le elezioni devono essere tenute entro 60 giorni dallo scioglimento del parlamento. Per votare il 23 febbraio, come vorrebbero i partiti, Steinmeier dovrebbe quindi aspettare fino al 25 dicembre per sciogliere il parlamento, altrimenti sarebbe troppo presto. Complice le vacanze natalizie, è possibile che questo avvenga il 27 dicembre. Senza la crisi di governo, il voto si sarebbe tenuto nell’autunno del 2025, alla normale scadenza della legislatura.

Facciamo un passo indietro. La coalizione era formata dai Socialdemocratici (SPD, centrosinistra), dai Verdi e dai Liberali (FDP). Fin da subito era stata una coalizione assai litigiosa, ma il punto di rottura si è raggiunto il 6 novembre scorso, quando il cancelliere ha licenziato il suo ministro delle Finanze, il leader dei Liberali, Christian Lindner, dopo una disputa di lunga data sulla legge di bilancio che dovrebbe rivitalizzare l’economia stagnante della Germania. Come conseguenza al licenziamento di Lindner, i Liberali erano usciti dal governo. Da allora, Scholz ha guidato un esecutivo di minoranza insieme ai Verdi, senza avere più i numeri in parlamento per far approvare le leggi. I leader di diversi partiti principali hanno quindi concordato che le elezioni parlamentari si sarebbero dovute tenere il 23 febbraio, sette mesi prima di quanto inizialmente previsto.

Scholz paga la sua impopolarità anche all’interno della coalizione che dovrebbe sostenerlo. I socialdemocratici di Scholz detengono 207 seggi nel Bundestag e dovrebbero votare per il cancelliere. I loro partner di coalizione rimanenti, i Verdi ambientalisti, ne hanno 117 e hanno intenzione di astenersi. In questo modo, quindi, Scholz non otterrà la maggioranza di 367 seggi su 733, necessaria per vincere il voto di fiducia. La verifica odierna, che dovrebbe avere un esito scontato, ha però un’incognita: l’ultradestra di Alternative fur Deutschland (AfD) potrebbe infatti votare a sostegno di Scholz, per tenere in stallo la politica della Repubblica federale. Tuttavia, se Scholz perde, quindi, spetterà al presidente Frank-Walter Steinmeier decidere se sciogliere il Bundestag.

Quale scenario per le nuove elezioni

Se venissero indette elezioni anticipate, i sondaggi danno il partito di centro-destra Unione Cristiano-Democratica (CDU), il partito dell’ex cancelliera Angela Merkel, sulla buona strada per vincere. Friedrich Merz, 69 anni, il candidato principale dell’alleanza di opposizione conservatrice CDU-CSU, è considerato lo stragrande favorito per diventare il prossimo cancelliere. Di fatto, la campagna elettorale è già iniziata: quella di Merz si concentra su misure per dare impulso alla più grande economia europea, tra cui incentivi al lavoro e tagli alle tasse.

La competizione politica arriva in un momento in cui la principale economia europea sta lottando per rilanciare il suo settore industriale, guidato dalle esportazioni tra gli alti prezzi dell’energia e la dura concorrenza della Cina. Berlino affronta anche importanti sfide geopolitiche, come l’offensiva russa in Ucraina e l’imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

Merz, ex avvocato aziendale, ha attaccato duramente la variegata alleanza dei Socialdemocratici (SPD) del cancelliere, i Verdi di sinistra e i liberali Liberi Democratici (FDP).

Lascia un commento

Your email address will not be published.