Riforma dell’accesso a Medicina: la ministra Bernini propone correttivi, ma le proteste continuano
La ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha presentato una serie di correttivi per il sistema d’accesso a Medicina, proponendo un tavolo di confronto permanente con il Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu). Tra le modifiche, si prevede la riduzione dei programmi d’esame, l’estensione della durata delle lezioni e l’ampliamento dei tempi tra la fine dei corsi e gli appelli, per garantire maggiore spazio alla didattica. Tuttavia, Bernini ha escluso la possibilità di tornare ai test d’ingresso. La situazione ha suscitato l’attenzione anche al di fuori delle aule, dove si sono svolte manifestazioni da parte dell’Unione degli universitari, Adi e Primavera degli studenti. “Il fatto che la ministra, a metà dell’anno accademico, non abbia idea di cosa fare è preoccupante”, riporta Attuale.
Durante l’incontro, che ha avuto una durata superiore alle tre ore, sono stati discussi vari temi, inclusi i rapporti con le università e i centri di ricerca israeliani, i finanziamenti universitari e le borse di studio, nonché un nuovo corso per gli studenti dell’accademia di Modena all’Università di Modena. Al centro del dibattito è rimasta la riforma dell’accesso a Medicina, in particolare il controverso semestre aperto.
“Un vero e proprio inganno, consumato sulla pelle non solo degli aspiranti medici, ma del paese intero”, ha dichiarato la senatrice del Partito Democratico, Cecilia D’Elia. “Serve una proposta di riforma per l’accesso alla facoltà che deve essere elaborata dal Parlamento”, ha aggiunto il deputato Francesco Mari di Alleanza Verdi e Sinistra. La ministra Bernini affronterà nuovamente la questione della riforma dell’accesso durante il question time di oggi e giovedì. Ieri, in Commissione Istruzione, ha affermato: “Tutto è perfettibile, i risultati si verificheranno a semestre terminato”.
