Il mistero dei due yogurt e la caccia al DNA di Andrea Sempio
La domanda sul possibile ritrovamento del DNA di Andrea Sempio su uno dei vasetti di Fruttolo sta sollevando interrogativi significativi non solo da parte della difesa, ma anche della Procura di Pavia. Recentemente, sono state richieste nuove analisi su questi contenitori plastiche rosa, la cui conservazione è stata giudicata precaria. Se gli esperti confermassero la presenza del DNA dell’amico del fratello della vittima, il racconto di Sempio subirebbe sicuramente uno scossone, riporta Attuale.
Il 16 aprile 2008, ad otto mesi dall’omicidio, si svolge una nuova perquisizione nella casa della famiglia Poggi. Le auto dei carabinieri sono parcheggiate davanti all’ingresso e il comando è assegnato a Gennaro Cassese. Questa visita ha come obiettivo quello di restituire la casa ai legittimi proprietari, che si trovano di fronte alle cicatrici del massacro: macchie di sangue ovunque.
Alle 10:15 del mattino, gli ufficiali indossano tute bianche e dispositivi di protezione, una cautela che non era stata adottata da chi si era recato sul posto in precedenza. Dopo aver rimosso i sigilli, si dirigono in cucina. Solo due giorni prima, la pm Rosa Muscio aveva autorizzato questa restituzione, ma alcuni oggetti dovevano essere esclusi dall’operazione. Infatti, nel secchio sotto il lavandino si trovano dei rifiuti delle ore immediatamente precedenti al delitto, che non erano stati analizzati. La Procura ordina quindi il recupero di questi materiali, mentre i militari si preparano all’operazione con dei sacchi blu.
All’interno di un sacco blu quasi vuoto si trovano vari oggetti significativi: un piattino di plastica, un contenitore vuoto di Estathé, il packaging del Fruttolo, briciole di biscotti e due vaschette vuote sovrapposte, accompagnate dalla buccia di una banana. Inoltre, si trova anche la bici bianca di Chiara, insieme a un notes e un sacchetto di cereali rimasti in sala.
La documentazione della perquisizione si chiude alle 10:45, con i reperti che vengono inviati al dipartimento di Medicina Legale dell’Università di Pavia, dove, sfortunatamente, verranno dimenticati. In precedenti controlli, erano stati recuperati soltanto pochi oggetti: il pigiama, indumenti intimi di Chiara, e altri pezzi nella scena del crimine. I rifiuti, però, erano rimasti in loco, non presi in considerazione.
Il dibattito sorge attorno a questi reperti. Si sospetta che i rifiuti rappresentino la colazione consumata da Chiara appena sveglia, prima di disattivare l’allarme alle 9:12. La Procura si interroga se la vittima abbia consumato tè, biscotti, Fruttolo e banana in un solo giorno, in solitudine. Le vaschette di Fruttolo incastrate l’una nell’altra fanno supporre che siano state gettate insieme. Questi avanzi mal si adattano a un periodo lungo prima del delitto, specialmente considerato che, all’epoca, a Garlasco, non era normale conservare rifiuti in estate.
Sempio ha sempre sostenuto di non essere mai stato in casa Poggi, eccetto che in compagnia di Marco, il fratello di Chiara, che se ne era andato il 5 agosto. Se il Fruttolo fosse rimasto lì per tutto quel tempo, la sua presenza risulterebbe quantomeno improbabile. Nel caso in cui gli esperti trovassero prove genetiche di Sempio sul contenitore, il suo racconto sarebbe posta sotto una nuova luce. Quale sarebbe la dinamica di un omicidio in cui la vittima apre la porta al suo aggressore, dando avvio ad una colazione? La risposta potrebbe emergere dalle indagini tecniche condotte dai Ris di Cagliari.