Nel suo intervento alla Fiera del Libro di Francoforte ha fatto di nuovo sfoggio del suo eloquio ultra-filosofico: il video
Riaffermare la “centralità del pensiero solare”. Dopo il discorso criptico pronunciato davanti alle commissioni Cultura di Camera e Senato per illustrare le linee guida del suo dicastero (qualcuno ricorderà la “rivoluzione permanente dell’infosfera globale”), il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha fatto di nuovo sfoggio del suo eloquio enfatico e ultra-filosofico parlando alla Fiera del Libro di Francoforte, dove l’Italia è Ospite d’Onore.
Il discorso di Giuli alla Buchmesse di Francoforte
“Posso dire che siamo qui per riaffermare la centralità di quel che si può chiamare pensiero solare” ha detto Giuli con voce stentorea, “il punto d’incontro tra la rigidità delle ideologie, della battaglia delle idee, che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo. Quella luce in cui la nostra filosofia del limite rende compatibili e feconde le parole Giustizia e Libertà”. Un discorso che sta diventando inevitabilmente virale dando la stura ai commenti più disparati (molto gettonati quelli sulle difficoltà del traduttore).
La rivoluzione dell’infosfera globale
Giuli si era già profuso in abbondanti citazioni filosofiche e letterarie nel monologo pronunciato alla Camera per spiegare il programma del suo ministero. “La conoscenza è il proprio tempo appreso con il pensiero”, aveva detto il ministro nel suo intervento. “Chi si appresta a immaginare un orientamento per l’azione culturale nazionale non può che muovere dal prendere le misure da un mondo entrato nella dimensione compiuta della tecnica e delle sue accelerazioni. Il movimento delle cose è così vorticoso, improvviso, così radicale nelle sue implicazioni e applicazioni che persino il sistema dei processi cognitivi delle persone e non solo delle ultime generazioni ha cominciato a mutare con esso”.
E ancora, aveva aggiunto: “Di fronte a questo cambiamento di paradigma, la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare. L’entusiasmo passivo, che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione, e per converso l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa, impugnando un’ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro intese come una minaccia”.