L’assalto alla regione di Kharkiv, particolarmente vulnerabile a causa della sua vicinanza alla Russia, apre un nuovo fronte nella guerra in Ucraina
Non si fermano i combattimenti nella regione di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, dove più di 30 località sono sotto il fuoco russo e quasi 6mila residenti sono stati evacuati. La situazione è sempre più seria per Kiev: il nemico prosegue la sua offensiva consapevole di disporre di un maggior numero di uomini e abbondanti scorte di munizioni. La condizione di svantaggio sul campo, ammessa dal governatore di Kharkiv Oleh Syniehubov, ha consentito alle truppe russe di allungare la linea del fronte, bombardandola città di Vovchansk e altri insediamenti dell’oblast di Kharkiv, come Lukyantsi e Bugruvatkata. Il villaggio di Vovchansk, che dista solo cinque chilometri dal confine con la Russia, era stato occupato dai russi all’inizio della guerra, che si erano poi ritirati nell’autunno del 2022 dopo la controffensiva lanciata da Kiev.
L’obiettivo dei russi: sguarnire i diversi fronti della resistenza ucraina
Gli artiglieri di Putin, consapevoli della debolezza dello scudo difensivo dell’Ucraina, hanno utilizzato aerei da combattimento, artiglieria e droni letali per creare una zona di cuscinetto e sorprendere alle spalle gli ucraini. I russi premono su Lyptsi e Vovchansk, due città situate rispettivamente a circa venti e cinquanta chilometri a nord-est da Kharkiv. Lo scopo dell’avanza russa sembra essere chiaro: avvicinarsi sempre più alla città di Kharkiv così da spingere le difese ucraine a proteggere la seconda città del Paese e sguarnire così altri fronti a sud, nel Donetsk.
L’assalto alla regione di Kharkiv, particolarmente vulnerabile a causa della sua vicinanza alla Russia, apre un nuovo fronte nella guerra, a più di due anni dall’invasione su vasta scala della Russia. Le stesse autorità ucraine hanno parlato di ”momento difficile” ammettendo ”successi tattici” russi. I generali del leader ucraino Zelensky non dispongono infatti di risorse sufficienti per tamponare l’attuale avanzata russa. Rispetto all’inizio della guerra, è crollata negli ultimi mesi la capacità delle forze di difesa aerea ucraine di fermare gli attacchi missilistici della Russia, che nelle ultime settimane si sono intensificati anche con l’utilizzo di droni e vettori balistici. È quanto emerge da un’analisi del Wall Street Journal basata sui dati quotidiani resi noti dal Comando dell’Aeronautica ucraina. Secondo il giornale economico americano, negli ultimi sei mesi l’Ucraina ha intercettato circa il 46 per cento dei missili russi, rispetto al 73 per cento dei sei mesi precedenti.
Ad aprile il tasso di intercettazione dei missili è sceso ulteriormente al 30 per cento, mentre quello dei droni ‘kamikaze’ Shahed, più facili da abbattere, è calato di solo un punto percentuale – all’82 per cento – negli ultimi sei mesi. Sul peggioramento delle capacità di difesa ucraine, come ha confermato di recente alla Cbs il segretario di Stato, Antony Blinken, sta incidendo il ritardo di mesi con cui il Congresso ha dato il suo via libera agli aiuti militari. Secondo un funzionario dell’intelligence militare europea, i prossimi due mesi circa saranno cruciali per Kiev, che dovrà ancora pazientare prima di ricevere le nuove forniture per la difesa aerea dall’Occidente.
La carenza di Kiev dei Patriot
Intanto Mosca sembra voler approfittare delle difficoltà ucraine. Secondo i dati citati dal Wsj, negli ultimi sei mesi ha lanciato circa il 45 per cento in più di droni e missili rispetto al semestre precedente e oltre 2.600 droni ovvero quasi il doppio. Gli aerei senza pilota, come evidenziano gli analisti, vengono in parte utilizzati per testare le difese aeree prima dell’invio dei missili. Le forze russe hanno inoltre lanciato 114 missili balistici e 46 vettori ipersonici Kinzhal e Zircon, rispetto rispettivamente ai 33 e ai 27 dei sei mesi precedenti. Negli ultimi sei mesi, l’Ucraina ha abbattuto solo il 10 per cento dei missili balistici lanciati dalla Russia e finora quest’anno non ha intercettato nessuno dei missili S-300 e S-400.
I Patriot sono gli unici mezzi affidabili per abbattere missili balistici, S-300 e ipersonici. Ma Kiev ne ha pochi e il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato che il Paese ha bisogno di minimo altri sette sistemi Patriot. L’Ucraina può contare anche su altri sistemi di difesa missilistica, tra cui Nasam e Iris/T, ma non sono ritenuti altrettanto efficaci contro i missili balistici o ipersonici e i missili antiaerei riconvertiti per l’attacco. Il leader ucraino cambia i vertici militari ad attacco in corso e sostituisce il comandante della linea del fronte: Mykhailo Drapatyi è il nuovo capo delle truppe al posto di Yuriy Galushkin. Non è stata resa nota la motivazione che ha portato al cambio, che avviene mentre avanza l’offensiva militare lanciata dall’esercito russo nell’oblast di Kharkiv.
Nel frattempo, il ministero degli Esteri russo Sergej Lavrov durante le consultazioni al Consiglio federale (camera alta del Parlamento) non ha allontanato l’ipotesi di un coinvolgimento diretto sul campo di battaglia dei Paesi che sostengono l’Ucraina. “Se i Paesi occidentali vogliono risolvere la crisi ucraina sul campo di battaglia, la Russia è pronta”, ha affermato il responsabile degli Esteri russo che ha aggiunto: “è un loro diritto, se vogliono essere sul campo di battaglia, saranno sul campo di battaglia”.
La Russia ha ripetutamente sostenuto di essere pronta ai negoziati per risolvere la crisi ucraina, ma tenendo conto della realtà attuale, ha aggiunto Lavrov. Intervenendo sulla conferenza sull’Ucraina in Svizzera prevista per giugno e alla quale la Russia non è stata invitata, il ministro degli Estri russo ha bollato l’evento come un momento per lanciare un ultimatum a Mosca.
Fonte: Today