Il padre di Guy Dalal, ostaggio liberato: «Locale sotterraneo a 30 metri e ora può rinascere»

13.10.2025 10:05
Il padre di Guy Dalal, ostaggio liberato: «Locale sotterraneo a 30 metri e ora può rinascere»

Il ritorno di un ostaggio del conflitto: la storia di Guy

DALLA NOSTRA INVIATA
TEL AVIV – Ilan Dalal è tra la folla che celebra il ritorno dei prigionieri a Tel Aviv. Le sue espressioni di gioia sono contrastate da un fondo di emozione, mentre ripete: «Ce l’abbiamo fatta». La sua famiglia è una delle 20 che sta per riabbracciare i figli dopo due anni di prigionia in tunnel di Gaza. Guy, suo figlio, è stato rapito il 7 ottobre 2023 dai miliziani di Hamas durante il Nova Festival; suo fratello Gal è riuscito a fuggire, ma il migliore amico di Guy, Evyatar David, è rimasto ostaggio con lui, riporta Attuale.

In un racconto straziante, Ilan ha condiviso che Guy è stato tenuto in condizioni disumane: «Dai racconti degli ostaggi liberati, abbiamo saputo che è stato costretto a vivere in un tunnel 30 metri sottoterra, incatenato, senza la possibilità di alzarsi». Questo scenario agghiacciante è stato aggravato dalla notizia che, in uno dei video pubblicati, Guy veniva portato in giro per Gaza City come uno **scudo umano**.

La famiglia ha già preparato un’accoglienza affettuosa per Guy: «Ci sono tutte le sue cose sul letto», ha detto Ilan, accennando ai suoi vestiti preferiti e alla chitarra che ama. La gioia della liberazione è mista al dolore per le sofferenze che il figlio ha dovuto affrontare: «Non credo di essere mai stato così felice. È come se lo stessimo partorendo per la seconda volta. Sappiamo che Guy ha sofferto molto».

Ilan rivela che la premura in famiglia è stata costante: «Durante questi due anni, non abbiamo mai smesso di chiederci cosa stesse pensando nostro figlio». La speranza di rivederlo è riemersa con il piano di pace presentato da Trump, che ha aperto una breccia nelle negoziazioni per liberare gli ostaggi.

Ilan racconta il momento più difficile degli ultimi due anni: «Quando abbiamo saputo come veniva trattato. Pensarlo sofferente e non poterlo aiutare mi ha fatto impazzire». Ma ora, finalmente, si prepara a riabbracciare il figlio e a ricostruire una vita insieme, rispondendo alle sue preghiere: «Amore mio, l’incubo è finito. Ora sei al sicuro con mamma e papà. Non ti lasceremo mai più».

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