Il Vaticano respinge il diaconato femminile, rimane aperto un possibile futuro dialogo

04.12.2025 18:15
Il Vaticano respinge il diaconato femminile, rimane aperto un possibile futuro dialogo

Il futuro incerto del diaconato femminile nella Chiesa cattolica

Roma, 4 dicembre 2025 – Il ritorno al diaconato femminile nella Chiesa cattolica, presente fino al V secolo, può attendere. Almeno per il momento, almeno come grado dell’ordine sacro. È questa la conclusione a cui è pervenuta la seconda commissione di studio sull’argomento, presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi su mandato ricevuto da papa Francesco nel 2020 dopo il lavoro di una prima task force, dal 2016 al 2019, riporta Attuale.

Il rapporto vaticano, redatto in sette pagine e consegnato al successore di Bergoglio, Leone XIV, evidenzia che lo status quaestionis riguardo alla ricerca storica e alla teologia esclude la possibilità di ammettere le donne al diaconato come grado del sacramento dell’ordine. Questa valutazione è forte alla luce della Sacra Scrittura, della Tradizione e del Magistero ecclesiastico, sebbene non si possa formulare un giudizio definitivo sul tema, come avviene per l’ordinazione sacerdotale. La questione delle diacone rimane aperta, segnalando “una intensa dialettica” fra due distinti orientamenti teologici.

Il primo orientamento sostiene che l’ordinazione del diacono è volta al ministero e non al sacerdozio, aprendo così la strada all’ordinazione di diaconesse. Questo punto di vista sottolinea che la tradizione cattolica e ortodossa di riservare l’ordinazione diaconale (e presbiterale ed episcopale) solo agli uomini sembra contraddire l’idea di uguaglianza di genere come immagine di Dio, evidenziata dalla Bibbia. Il secondo filone di pensiero, invece, fa leva sull’unità del sacramento dell’ordine sacro, rigettando l’ipotesi del diaconato femminile e sostenendo che un’ammissione di donne al primo grado dell’ordine renderebbe incomprensibile la loro esclusione dagli altri gradi.

Il rapporto Petrocchi ripercorre l’andamento dei lavori della commissione nel corso degli anni. Nella prima sessione (2021), si stabilì che “la Chiesa ha riconosciuto in diversi tempi, in diversi luoghi e in varie forme il titolo di diacono/diaconessa riferito alle donne, attribuendo però ad esso un significato non univoco”. Un anno dopo, la commissione approvò l’esclusione del diaconato femminile come grado dell’ordine sacro, con sette voti favorevoli e uno contrario, sebbene il giudizio non sia definitivo. Nell’ultima sessione, conclusa nel febbraio scorso, sono stati esaminati ulteriori contributi, ma senza cambiare l’orientamento stabilito tre anni fa, poiché “il materiale, sebbene abbondante e ben argomentato, non si può considerare come rappresentativo della voce del Sinodo e del popolo di Dio”.

Con nove voti favorevoli e uno contrario, la Commissione Petrocchi ha espresso anche l’auspicio di un ampliamento dei ministeri istituti, accessibili a entrambi i sessi, che siano al di fuori dell’ordine sacro. Il rapporto osserva inoltre che “la mascolinità di Cristo” e quindi quella di coloro che ricevono l’ordine, non è accidentale, ma parte integrante dell’identità sacramentale, proteggendo l’ordine divino della salvezza in Cristo. Alterare questa realtà non sarebbe solo un aggiustamento ministeriale ma una rottura del significato nuziale della salvezza. Tuttavia, va notato che questo paragrafo ha ricevuto un voto di cinque a favore e cinque contro.

La reazione al documento vaticano è stata dura, in particolare da parte di Andrea Grillo, docente di Teologia dei sacramenti e Filosofia al Pontificio Ateneo Sant Anselmo di Roma. In un post su Facebook ha dichiarato: “Se mai avessi avuto a che fare con questo documento e avessi anche solo per un’ora partecipato alla sua stesura, non avrei il coraggio di guardare in faccia una donna per un decennio”.

Con il completamento del lavoro della Commissione Petrocchi avvenuto nel febbraio scorso, è atteso in Vaticano il resoconto conclusivo del Gruppo di studio 5, creato a latere del recente Sinodo dei vescovi, riguardo alla partecipazione delle donne nella vita della Chiesa, ufficialmente entro la fine dell’anno. Complicato è pensare a un pronunciamento ulteriore sulla questione del diaconato femminile, ma Grillo osserva ironicamente che “non è detto che tutti vogliano togliersi la testa insieme al cappello”.

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