“Impauriti e pronti a tradire”: perché i soldati nordcoreani in Ucraina potrebbero essere un flop

24.10.2024
"Impauriti e pronti a tradire": perché i soldati nordcoreani in Ucraina potrebbero essere un flop
"Impauriti e pronti a tradire": perché i soldati nordcoreani in Ucraina potrebbero essere un flop

L’esercito di Kim-Jong-un è inesperto e i russi potrebbero usare le sue truppe come “tritacarne” nel conflitto. Secondo l’intelligence ucraina alcuni hanno già disertato

Impreparati, impauriti e pronti a tradire la fedeltà a Kim Jong-Un. Sono alcune delle ipotesi formulate da esperti militari delle Nazioni Unite rispetto all’impiego di soldati nordcoreani da parte della Russia. Dopo le segnalazioni delle scorse settimane da parte dell’intelligence ucraina, il 23 ottobre sono arrivate le conferme da parte degli Stati Uniti e della Nato che centinaia, forse migliaia, di truppe nordcoreane sono state dispiegate nei territori russi al confine con l’Ucraina.

Il loro impiego nel conflitto potrebbe però rivelarsi meno proficuo di quanto Mosca possa immaginare. Potrebbe addirittura ritorcersi contro Pyongyang. I militari nordcoreani, abituati a vivere in isolamento e nella bolla creata dal regime, in trincea potrebbero acquisire consapevolezza della loro condizione. Usati, come si presume, come “carne da macello” da Mosca, potrebbero decidere di disertare. E sarebbe un duro colpo per il dittatore nordcoreano. 

Le prove delle truppe nordcoreane in Russia 

“Ci sono prove che ci sono truppe della Rebubblica Popolare della Corea del Nord in Russia”, ha affermato il 23 ottobre  Lloyd Austin, ministro della Difesa statunitense. Si è trattato della prima conferma ufficiale del rapporto del 18 ottobre siglato dall’intelligence della Corea del Sud (Nis), che sosteneva la presenza di militari di Pyongyang a sostegno di Mosca. I sudcoreani avevano segnalato la presenza di 1500 soldati nell’Estremo Oriente russo, trasferiti lì tra l’8 e il 13 ottobre. Subito dopo è arrivata una conferma analoga da parte dei vertici dell’Alleanza atlantica. 

Volodymyr Zelensky, in visita a Bruxelles la scorsa settimana, aveva segnalato i pericoli connessi al contributo militare, in termini di soldati, da aprte di Kim Jong-un all’alleato Vladimir Putin. “Se queste truppe fossero destinate a combattere in Ucraina, ciò segnerebbe una significativa escalation nel sostegno della Corea del Nord alla guerra illegale della Russia e un altro segno delle ingenti perdite della Russia in prima linea”, ha sottolineato la portavoce della Nato Farah Dakhlallah. Secondo gli ultimi rilievi sudcoreani, sarebbe nel frattempo salito a tremila il numero di truppe nordcoreane in Russia, ma secondo le previsioni il totale si aggirerà intorno alle 10mila unità.


Soldati nordcoreani abbandonati dalle truppe russe

L’emittente pubblica ucraina Suspilne aveva annunciato nei giorni scorsi che centinaia di truppe nordcoreane erano già schierate vicino al fronte nelle regioni russe di Kursk e Bryansk, a circa sette chilometri dal confine con l’Ucraina. Tra loro, ha riferito il media di Kiev citando fonti dell’intelligence ucraina, 18 militari avevano già disertato le loro posizioni. 

Le truppe nordcoreane avrebbero abbandonato i loro incarichi dopo essere state lasciate in una zona forestale senza cibo o istruzioni dalle loro controparti russe, hanno fatto trapelare i servizi segreti di Kiev. Salvo poi essere state trovate e trattenute dalle forze russe. Nonostante queste informazioni possano essere lette anche in un’ottica di propagande da parte del governo ucraino, anche alcuni esperti militari hanno sottolineato i rischi per Pyongyang connessi all’invio di truppe dal Cremlino. 

I limiti dell’esercito di Pyongyang

“Si troveranno in situazioni in cui potranno vedere la luce, la bugia”, ha dichiarato a France24 Hugh Griffiths, ricercatore dell’Istituto di ricerca internazionale sulla pace di Stoccolma ed ex coordinatore del gruppo di esperti delle Nazioni Unite sulla Corea del Nord. Griffiths ha messo in evidenza come la dura realtà della guerra e la difficoltà nel mantenere queste truppe isolate dai soldati russi siano destinate ad avere “profonde implicazioni sulla loro visione del mondo”.

L’esperto ha ricordato inoltre come la Corea del Nord ha sì uno degli eserciti più grandi al mondo, dato che milioni di persone sono potenzialmente sotto le armi, ma che “non è un buon esercito, si basa sulla massa e nessuno dei soldati è stato testato sul campo di battaglia”. L’invincibilità dell’esercito, sbandierata da Kim, potrebbe mostrare le sue falle e menzogne a contatto con un conflitto reale. “Non andrà bene per loro”, ha affermato Griffiths.  

I problemi del contatto tra soldati nordcoreani e russi 

Anche il contatto con le diverse condizioni di cui godono i soldati russi potrebbero determinare un cambio di visione da parte dei nordcoreani. L’accesso a cellulari e a canali di comunicazione come Telegram da parte dei russi, nonché a piccoli beni di qualità superiore come le sigarette, potrebbe aprire spiragli nella mente dei nordcoreani rispetto a tutte le censure subite nel loro Paese. Infine, secondo Griffiths, le truppe di Pyongyang  saranno mandate nel “tritacarne” della guerra, senza che l’esercito russo si preoccupi davvero per la loro sopravvivenza, anche in termini di bisogni basilari come cibo e acqua.

“Non saranno trattate bene e saranno usate come carne da cannone”, ha detto Griffiths Questo comportamento, ha osservato, scatenerà paura. “Si renderanno conto che si tratta di un biglietto di sola andata, quindi probabilmente assisteremo a diserzioni e defezioni”, ha precisato l’esperto. Proprio le defezioni potrebbero rappresentare un vero e proprio incubo per Kim, ossessionato dall’avere un popolo unito e compatto al suo seguito, accecato dalla sua personalità e dalla fedeltà al regime. 

L’accordo di muta difesa tra Kim e Putin 

Pur rappresentando un incubo, le defezioni sarebbero state messe in conto dal dittatore, almeno secondo Edward Howell, membro della Korea Foundation presso la Chatham House. A convincerlo a inviare comunque i suoi soldati sul fronte con l’Ucraina, sarebbe l’accordo di mutua difesa, stipulato a giugno con Vladimir Putin, che include una clausola che richiede a entrambi i paesi di utilizzare “tutti i mezzi disponibili” per fornirsi a vicenda assistenza militare immediata in caso di guerra. Una tutela a cui Kim non vuole rinunciare, anche a costo di perdere la fedeltà dei suoi soldati. 

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