I tre partiti che sostengono l’esecutivo ormai vanno ognuno per la propria strada e le ultime proposte dei liberali hanno fatto andare su tutte le furie gli alleati. Il cancelliere prova a salvare la coalizione
La già scricchiolante coalizione al governo in Germania rischia di implodere del tutto. Il cancelliere Olaf Scholz sta facendo di tutto per provare a tenere insieme l’esecutivo cosiddetto ‘a semaforo’, così denominato dai colori rosso, giallo e verde che rappresentano i tre partiti che lo compongono: socialdemocratici, liberali e verdi.
Ma ormai quasi nessuno crede che la legislatura arriverà fino alla sua naturale conclusione con le elezioni del settembre 2025. Di fatto i tre partiti, dopo i deludenti risultati elettorali delle elezioni in Turingia, Sassonia e Brandeburgo, stanno già ridefinendo le loro posizioni in vista della futura campagna elettorale, con i leader che si parlano appena, e questo sta creando sempre maggiori frizioni.
La crescente spaccatura è diventata più evidente venerdì sera, quando è trapelato un documento di posizione dei liberali che chiede una revisione economica fondamentale che contraddice le politiche del governo.
Le proposte dei liberali
Il documento economico di 18 pagine è stato scritto da Christian Lindner, leader del Partito Liberale Democratico (Fdp) e ministro tedesco delle Finanze. Il politico ha presentato una serie di nuove proposte per rilanciare l’economia, compresi tagli di tasse e il rinvio di alcune politiche climatiche.
Nello specifico vuole tagliare i benefit legati al reddito di cittadinanza, tagliare di due punti le tasse sulle società, eliminare una speciale “tassa di solidarietà” destinata a finanziare li Laedner dell’Est in difficoltà dai tempi della riunificazione tedesca e attuare una sostanziale retromarcia sulle politiche climatiche che stanno a cuore agli ecologisti: tutte richieste che i suoi partner di coalizione difficilmente accetteranno.
Scholz corre ai ripari
Il segretario generale della Spd, Lars Klingbeil, ha definito le proposte di Lindner “l’approccio sbagliato”, sostenendo che non contengono “nessuna strategia, nessun piano”, e hanno fatto andare i Verdi su tutte le furie, visto che le idee messe nero su bianco sono in netto contrasto con la visione presentata dal ministro dell’Economia, Robert Habeck, esponente proprio dei Verdi. Per provare a evitare il peggio Scholz si incontrerà con Lindner e Habeck nel tentativo di trovare un terreno comune, mentre altri incontri sono previsti per i prossimi giorni.
La Sueddeutsche Zeiutng ha ricordato che nel 1982 fu un’iniziativa simile a decretare la fine del governo social-liberale di Helmut Schmidt. Solo che all’epoca, sottolinea il giornale, i liberali potevano contare di allearsi coi conservatori: ad oggi per un’opzione del genere, invece, mancano i numeri. L’Fdp langue nei sondaggi al 4%, sotto la soglia di sbarramento del Bundestag, dopo essere praticamente scomparso alle elezioni amministrative nei Laender dell’Est.
Coalizione in fiamme
“Al momento nessuno vuole azzardare una previsione su quando si terranno esattamente le prossime elezioni. Ma non si può negare che la coalizione sia in fiamme in questo momento”, ha commentato la copresidente dei socialdemocratici Saskia Esken, ad Amburgo, in una convention di partito, dove le proposte di Lindner sono state respinte in blocco. “In generale, i punti che ha elencato non possono essere realizzati nella coalizione”, ha tagliato corto.
L’economia tedesca si è contratta l’anno scorso e quest’anno ha evitato per un pelo la recessione. La fiducia dei consumatori e delle imprese è bassa e il modello di esportazione tedesco è stato messo a dura prova dal rallentamento della Cina e dalle sanzioni alla Russia. Ciò che potrebbe tenere unita la coalizione sono le elezioni presidenziali americane. Se l’ex presidente Donald J. Trump sarà rieletto, le sfide che la sua leadership porterà al commercio europeo potrebbero finire per compattare i rissosi alleati a Berlino. Ma non a lungo.