In Ungheria Viktor Orbán non è più imbattibile

12.06.2024
In Ungheria Viktor Orbán non è più imbattibile
In Ungheria Viktor Orbán non è più imbattibile

Il leader di Fidesz ha ora un oppositore temibile, Péter Magyar, che con un partito fondato due mesi fa ha ottenuto quasi il 30% dei consensi. Ora la sfida è riunire l’opposizione per conquistare il potere a livello nazionale

Viktor Orbán non è stato il solo vincitore delle elezioni europee in Ungheria. Pur essendo arrivato primo per l’ennesima volta, il partito del premier Fidesz ha perso consensi ed elegge una pattuglia più esigua a Strasburgo. Soprattutto, dalle urne sembra finalmente emerso qualcuno capace di insidiare da vicino lo strapotere del leader magiaro: l’astro nascente dell’opposizione Péter Magyar. 

Al voto europeo di domenica (9 giugno), il partito di Orbán al governo dal 2010 ha portato a casa “solo” il 44,8% dei consensi, eleggendo dieci rappresentanti a Strasburgo (che per ora rimangono nel gruppo dei “non iscritti”) sui 21 totali a disposizione di Budapest. Per una democrazia occidentale si tratterebbe di un successo straordinario, ma per Fidesz è stato un calo di quasi sette punti percentuali e di due seggi all’Eurocamera rispetto al 2019: il peggiore risultato di sempre alle europee (che in Ungheria si tengono dal 2004). 

Il dato che salta più all’occhio è stato l’exploit di Tisza, il nuovo soggetto politico creato appena due mesi fa da Péter Magyar. Quest’ultimo, un 43enne nato a Budapest, era un tempo un membro di Fidesz ed è stato sposato con l’ex ministra della Giustizia di Orbán, Judit Varga, recentemente travolta da uno scandalo politico legato alla presunta copertura di un caso di pedofilia. Da ex alleato Magyar è però diventato il peggior nemico del premier, e nei mesi scorsi ha più volte riempito le piazze della capitale chiedendo le dimissioni del premier e il ritorno del Paese allo Stato di diritto e al rispetto delle libertà civili e della divisione dei poteri.

Poi ha deciso di mettersi alla prova anche alle urne, dove una sconfitta avrebbe potuto segnare la sua scomparsa dal panorama politico. Ma così non è stato. Avendo ottenuto il 29,6% del voto popolare, Tisza (acronimo di Tisztelet és Szabadság Pártja, Partito del rispetto e della libertà) è riuscito a eleggere sette eurodeputati, che confluiranno nel gruppo dei Popolari di centro-destra (Ppe), quello dal quale è fuoriuscito Orbán nel 2021 e che ha accolto la nuova delegazione ungherese a braccia aperte.

Come in Polonia, anche in Ungheria i cristiano-democratici sono considerati centristi e moderati (talvolta addirittura progressisti) rispetto alla destra ultranazionalista rappresentata a Budapest da Fidesz e a Varsavia dal PiS (Diritto e Giustizia), il partito dell’ex premier polacco Mateusz Moriawecki e membro dei Conservatori e riformisti (Ecr), insieme a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. E la domanda che ora si pongono gli osservatori è se, proprio come fatto dal popolare polacco Donald Tusk, Magyar possa ora diventare il nuovo leader dell’opposizione (attualmente molto frammentata) e scalzare Orbán dalla guida del Paese alle prossime elezioni legislative, in programma per il 2026.

Parlando ai sostenitori dopo l’annuncio dei risultati, Magyar ha definito il voto di domenica come “la Waterloo della fabbrica di potere di Orbán”. Il successo fulminante della sua avventura politica si deve evidentemnte alla crescente insoddisfazione degli ungheresi nei confronti del governo di Budapest, soprattutto per quanto riguarda gli innumerevoli scandali legati alla corruzione. Insomma, parrebbe essersi finalmente infranto il mito dell’imbattibilità del leader illiberale magiaro, dopo 14 anni ininterrotti in cui ha concentrato il potere nelle sue mani (e del suo partito) e ha smantellato la democrazia ungherese un pezzo alla volta.

Lascia un commento

Your email address will not be published.