Il Dialogo tra Iran e Occidente: Prospettive e Realità
Quando il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi entra nell’Hotel Diplomate di Ginevra, si presenta con un gesto formale ai suoi omologhi europei. La circostanza è significativa: infatti, per la prima volta dal conflitto tra Iran e Israele, si siedono insieme intorno a un tavolo con l’obiettivo di riavviare il dialogo sul programma nucleare iraniano e di prevenire un’escalation militare nella regione, riporta Attuale.
Dopo un incontro di tre ore e mezza, Araghchi rivela ai giornalisti che l’Iran è «disposto a considerare nuovamente la diplomazia», a condizione che l’aggressione cessi e che Israele venga ritenuto responsabile delle atrocità commesse. Sottolinea inoltre che il programma nucleare della Repubblica islamica è assolutamente pacifico e che qualunque attacco ad esso costituirebbe una violazione del diritto internazionale: «L’Iran eserciterà il suo legittimo diritto di difendersi». La determinazione di Teheran nel mantenere la sua capacità di difesa è chiara e non è negoziabile.
Una fonte ben informata commenta l’esito dell’incontro: «Non è stato raggiunto nulla di concreto; l’unico risultato è la disponibilità di Araghchi a continuare i colloqui con i Paesi E3 e l’Unione europea». I ministri europei hanno esortato l’Iran a riprendere il dialogo anche con gli Stati Uniti, ma Araghchi ha manifestato interesse solo dopo un cessate il fuoco. Le negoziazioni, inizialmente tese, necessitano di pause per favorire un’atmosfera più favorevole.
Nonostante la pressione, l’Iran non sembra avere intenzione di interrompere il suo programma di arricchimento per scopi civili. Jason Brodsky, esperto di United Against Nuclear Iran, fa notare che la valutazione dei colloqui dipende principalmente da Donald Trump. Secondo le prime impressioni, non sembrano esserci stati progressi reali, insinuando che il dialogo si riduce a «vaghe promesse» e «chiacchiere». Trump, in un commento, afferma che l’Europa non avrà un ruolo significativo in un conflitto tra Iran e Israele, sostenendo che Teheran desidera dialogare esclusivamente con gli Stati Uniti.
L’agenzia di stampa della Repubblica islamica, Irna, ha espresso apprezzamento per la volontà europea di dialogare, definendo i colloqui come «rispettosi e seri», e aggiunge che in futuro le questioni trattate potrebbero diventare più chiare. Irna ribadisce la speranza dei Paesi E3 e dell’UE di avere un ruolo storico e di ottenere una nuova opportunità per portare avanti la diplomazia. La storia dei colloqui tra Iran ed Europa è ricca, culminando con l’accordo di Vienna del 2015, che ha istituito il Jcpoa, il patto nucleare voluto da Obama, ritirato da Trump nel 2018.
Conoscere la storia negoziale iraniana è fondamentale; la Repubblica islamica è esperta nel guadagnare tempo. Tuttavia, ci sono limiti e momenti decisivi, come conferma la fonte: Trump intende decidere il futuro della situazione entro due settimane. Questo periodo di attesa rappresenta un’opportunità cruciale, ma allo stesso tempo delicata, per il destino dell’Iran e per la stabilità della regione.