Iran: le armi in dotazione tra missili balistici, anti-nave e droni

23.06.2025 23:25
Iran: le armi in dotazione tra missili balistici, anti-nave e droni

La situazione missilistica in Iran: analisi delle recenti attività militari

I Pasdaran hanno ridotto il numero di lanci missilistici, ma in alcune occasioni sono riusciti a superare il sistema di difesa israeliano. Nelle ultime ore, hanno colpito la base americana di al Udeir in Qatar e un’installazione in Iraq. Sebbene non dispongano di molte “pallottole”, continuano comunque a lanciare attacchi, anche se si sono trattati di atti di ritorsione “concordata”, riporta Attuale.

In un recente attacco, i Pasdaran hanno lanciato otto vettori, mostrando un evidente calo rispetto all’inizio del conflitto. Un’analisi ha evidenziato la seguente cadenza di lanci: 100, 120, 65, 43, 39, 16, 49, 26, 5 e 40. Queste variazioni possono attestare la presenza di diversi problemi. Il magazzino di armamenti degli iraniani sta diminuendo rapidamente. Gli attacchi nemici nelle regioni occidentali hanno reso difficoltosi i lanci, costringendo le forze a operare dalla parte centrale/orientale con tempi operativi più estesi. Nonostante questo, gli artiglieri avrebbero ancora a disposizione circa un centinaio di lanciatori, essenziali in un conflitto dinamico.

Le stime sui missili balistici a disposizione dell’Iran variano ampiamente. Alcune valutazioni indicano un arco compreso tra 2000 e 3000 unità, mentre fino ad oggi ne sarebbero stati utilizzati circa 580. Le incertezze persistono, poiché le informazioni fornite dall’intelligence possono risultare imprecise e ci sono interrogativi sullo stato di alcune scorte, incluse quelle sotterranee. Israele ha distrutto diversi depositi, mentre altri rimangono intacti ma non accessibili.

Un altro fattore di grande rilevanza è la capacità di adattamento delle forze armate iraniane. Si è notato che l’IDF ha ripreso i bombardamenti sulla fabbrica di Shahroud, dedicata alla produzione di combustibile per i vettori a lungo raggio, già colpita nel passato. È stato segnalato che i tecnici potrebbero rapidamente procurarsi all’estero, in Cina, i macchinari necessari.

Durante le fasi più critiche del conflitto, le forze armate iraniane hanno utilizzato quasi tutti i modelli a loro disposizione, tra cui Emad, Qadar, Fattah 1 e Kheibar. Nonostante la presenza di difese israeliane e statunitensi, hanno provocato danni. Questa situazione, limitata ma significativa, influisce direttamente sulla vita degli abitanti, costretti a rifugiarsi, con attività sospese e voli intermittenti. Il presidente Herzog ha definito la situazione come una w azalt di logoramento. Resta da chiarire per quanto tempo proseguirà tale conflitto.

Parallelamente, la Repubblica Islamica possiede missili da crociera anti-nave con un raggio d’azione di mille chilometri e armi a gittata più limitata, che potrebbero rivelarsi utili nel Golfo o nel contesto delle rappresaglie in Siria e Iraq.

La minaccia rappresentata dai droni è ben inferiore rispetto ad altri scenari, come quello ucraino. I Guardiani della Rivoluzione hanno utilizzato circa un migliaio di droni, dei quali solo un paio hanno causato conseguenze significative, mentre molti altri sono stati intercettati prima di superare i confini. Si stima che abbiano ancora a disposizione una cospicua quantità di droni di vario tipo, principalmente della categoria Shahed, che hanno mostrato la loro efficacia in diversi teatri di operazione, dallo Yemen a Kiev.

Israele mantiene un controllo rigoroso del proprio spazio aereo e ha neutralizzato gran parte delle batterie antiaeree iraniane. Tuttavia, i rischi non sono stati completamente eliminati. Tel Aviv ha riconosciuto la perdita di quattro droni (due per fuoco amico), mentre Teheran ha rivendicato l’abbattimento di sette-otto droni, con l’ultimo avvenuto recentemente. Le unità mobili iraniane sono in grado di ingaggiare con successo velivoli a bassa velocità.

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