Secondo i media americani la risposta di Tel Aviv avverrà prima del 5 novembre. “I siti nucleari e petroliferi dell’Iran non verranno toccati”, avrebbe promesso Netanyahu a Biden
L’attacco di Israele all’Iran in risposta al lancio di missili ipersonici da parte di Teheran a inizio ottobre avrà luogo prima delle elezioni americane fissate al prossimo 5 novembre. Lo rivela al Washington Post una fonte a conoscenza dei dettagli della conversazione tra il presidente Usa Joe Biden e il premier israeliano Benyamin Netanyahu avvenuta la scorsa settimana. La mancanza di una rappresaglia da parte di Tel Aviv, aggiunge la stessa fonte, sarebbe infatti interpretata dall’Iran come un segno di debolezza.
Netanyahu assicura a Biden: “Non colpiremo siti nucleari o petroliferi”
Israele finora ha fatto attendere la propria reazione, continuando a portare avanti un serrato confronto con la Casa Bianca: un attacco all’Iran, con le eventuali conseguenze che potrebbero derivarne, non può infatti prescindere dall’approvazione e il sostegno di un partner come gli Stati Uniti. Che finora, hanno cercato di smussare le intenzioni di Netanyahu chiedendo che non vengano attaccati i siti nucleari dell’Iran, né quelli petroliferi . Una richiesta che sarebbe stata accolta dal premier israeliano: secondo il Wall Street Journal, la promessa sarebbe arrivata nella telefonata di mercoledì scorso tra Biden e Netanyahu e nei contatti di questi giorni tra il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin e il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Israele si sarebbe impegnato a colpire esclusivamente gli obiettivi militari dell’Iran: una rassicurazione che pare aver fruttato a Tel Aviv un nuovo sistema antimissilistico da parte degli Stati Uniti. Domenica 13 ottobre – in seguito al confronto di mercoledì, dunque – il Pentagono ha infatti annunciato la fornitura a Israele del proprio sistema di batterie anti missili balistici Thaad (Terminal High Altitude Area Defense). Il sistema, che secondo i funzionari dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, “sottolinea l’impegno corazzato degli Stati Uniti per la difesa di Israele”, ha dichiarato il Pentagono.
Anche i media israeliani riportano dettagli dell’attacco annunciato e dato ormai per imminente, riferendo che saranno “gli interessi israeliani che determineranno la risposta all’Iran”. Anche il voto degli Stati Uniti rappresenta tuttavia “un fattore” di cui terrà conto Netanyahu nei sui suoi piani di rappresaglia, scrive il Times of Israel citando una fonte dell’ufficio del primo ministro.