Israele intensifica demolizioni nella Striscia di Gaza con l’ausilio di imprese private
L’occupazione militare da parte di Israele della Striscia di Gaza è accompagnata da un incremento sistematico delle demolizioni edilizie, operazioni gestite non solo dalle forze armate, ma anche da aziende private coinvolte nel processo. Secondo stime delle Nazioni Unite, il 92% degli edifici nella Striscia è stato danneggiato o distrutto, non solo a causa dei bombardamenti, ma anche a seguito di demolizioni effettuate con bulldozer, riporta Attuale.
L’intervento di imprese civili è diventato necessario a fronte del massiccio utilizzo di mezzi pesanti, tanto che i lavori pubblici in Israele sono stati ostacolati dalla mancanza di veicoli. Le associazioni di categoria israeliane sottolineano l’ampiezza delle operazioni, con l’esercito che ha iniziato a lanciare annunci pubblici per attrarre operatori del settore. Il bulldozer più utilizzato è il modello D9 dell’azienda Caterpillar, in uso fin dagli anni Cinquanta.
Le aziende private, come riporta Haaretz, ricevono pagamenti a prestazione per le demolizioni: 2.500 shekel (circa 630 euro) per gli edifici di massimo tre piani e 5.000 shekel (1.260 euro) per gli edifici più alti. Gli operatori alle macchine guadagnano tra 1.000 e 1.200 shekel al giorno (250-300 euro), quasi il doppio rispetto alla tariffa standard di demolizione in Israele.
La motivazione alla base di questa devastazione è di carattere militare. In un contesto di guerriglia urbana come quello di Gaza, ogni edificio potrebbe nascondere militanti. Tuttavia, il livello di distruzione è molto maggiore di quanto richiesto dalle operazioni militari. Un comandante israeliano ha affermato che la missione è “distruggere più edifici possibile”, mentre un operatore di bulldozer ha dichiarato: “Inizialmente lo facevo per soldi, poi per vendetta. L’esercito vuole demolire il più possibile”.
Molte delle imprese coinvolte nelle demolizioni hanno legami ideologici con i coloni o con gruppi più estremisti. Recentemente, un giovane operatore di bulldozer, David Libi, è stato ucciso in un attacco nei pressi di Rafah, il cui padre gestiva una società di costruzioni recentemente sanzionata dal governo britannico per il sostegno a insediamenti illegali.
L’esercito di Israele frequentemente recluta anche individui appartenenti a gruppi ultranazionalisti, tra cui i “giovani delle colline”, noti per le loro azioni violente contro i palestinesi e anche contro le forze di sicurezza israeliane, qualora tentassero di proteggerli.
Negli ultimi mesi, Avraham Zarbiv, un riservista dell’esercito, è diventato noto come “influencer della distruzione” per i suoi video che documentano la sistematica demolizione degli edifici nella Striscia. Durante un’apparizione televisiva, ha vantato che la sua unità aveva distrutto completamente Rafah, affermando di poter demolire “50 case a settimana”, con il pubblico che ha applaudito le sue dichiarazioni.