Attacco aereo su Sanaa: obiettivo la leadership Houthi
Giovedì, un bombardamento ha colpito Sanaa, mirando a figure di spicco del movimento filo-iraniano Houthi. Le prime ricostruzioni indicano un attacco multiplo, coincidente con una riunione che coinvolgeva importanti dirigenti. Altre fonti suggeriscono la possibilità di incursioni separate, simili a quelle che in passato hanno portato all’eliminazione di leader militari in Siria e Libano, evidenziando la complessità della situazione, riporta Attuale.
Da quando gli Houthi si sono schierati al fianco di Hamas, il conflitto con Israele e l’Occidente si è intensificato su due fronti. Il primo riguarda le incursioni contro le navi nel Mar Rosso, con diverse unità colpite da attacchi diretti. Questa strategia mira a dimostrare solidarietà ai palestinesi e a colpire obiettivi ritenuti legati a Israele, costringendo molte compagnie a deviare il proprio traffico marittimo attraverso rotte più costose via Africa. Il secondo fronte comprende numerosi lanci di droni kamikaze e missili balistici contro Israele, culminati nell’ultimo attacco con l’uso di munizioni a grappolo.
Nonostante le misure difensive dispiegate dalla NATO, inclusa l’Italia, e le rappresaglie di Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele, le azioni degli Houthi continuano a non mostrare segni di cedimento. Questi combattono da anni e hanno affinato le loro tattiche, nascondendo le loro capacità in rifugi sotterranei e sviluppando metodi di evasione per minimizzare i danni da attacchi aerei.
Recentemente, Donald Trump ha suggerito un ritiro delle forze americane, dichiarando una sorta di cessate il fuoco che, però, non ha influito sul conflitto con Israele, che rimane in intenso corso. Le avvertimenti di Tel Aviv sono diventati sempre più diretti, indicando una disponibilità a colpire le “teste pesanti” del nemico, ma solo se riusciranno a localizzarle.
Per mitigare rischi, gli Houthi hanno adottato contromisure, prestando particolare attenzione ai loro sistemi di comunicazione per evitare intercettazioni e escalation. Voci non confermate su ufficiali scomparsi durante blitz israeliani e l’allerta continua sulla loro sicurezza rivelano una guerra che non mostra segni di rallentamento.