Nessun accordo sul cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi: i negoziati sono stati sospesi fino a martedì 7 maggio. Intanto l’esercito israeliano ha chiesto ai civili di spostarsi nella zona umanitaria in vista in un’operazione “temporanea e limitata”: ecco la mappa
Ennesima fumata nera nelle trattative per la tregua tra Israele e Hamas sulla Striscia di Gaza. Al termine di una giornata intensa, le parti hanno deciso di sospendere i negoziati fino a domani, martedì 7 maggio. La delegazione di Hamas che era al Cairo per i colloqui ha consegnato la risposta del gruppo ai mediatori di Egitto e Qatar ed è partita alla volta di Doha per consultazioni interne al movimento. I rappresentanti dell’organizzazione palestinese torneranno domani in Egitto, per riprendere i colloqui. L’obiettivo di Israele, che intanto ha bloccato tutte le attività di Al Jazeera nel Paese, è sempre lo stesso: raggiungere un accordo sugli ostaggi detenuti a Gaza per interrompere gli attacchi. Intanto le forze armate israeliane hanno cominciato a chiedere alla popolazione palestinese presente nella zona di evacuare i quartieri della parte orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, vicini al confine israeliano, in vista della pianificata offensiva nell’area meridionale dell’enclave. Ai civili è stato chiesto di postarsi verso la zona umanitaria delle aree di al-Mawasi e Khan Younis. “Volevamo ottenere rapidamente il rilascio degli ostaggi fermando le nostre operazioni – ha ribadito ieri il ministro della Difesa Yoav Gallant -. Stiamo vedendo segnali preoccupanti secondo cui Hamas non intende raggiungere un accordo con noi. Questo significa che l’operazione a Rafah inizierà nell’immediato futuro”.
“Israele non accetterà le richieste Hamas”
In attesa che i negoziati riprendano, le due parti sembrano tutt’altro che vicine, come sottolineato anche dal premier israeliano Benjamin Netanyahu in una delle sue ultime dichiarazioni: “Non accetteremo le richieste di Hamas il cui significato è la resa e il ritiro delle truppe Idf dalla Striscia. Israele non può accettarlo. Non siamo pronti ad accettare una situazione in cui i battaglioni di Hamas escono dai loro bunker, riprendono il controllo di Gaza, ricostruiscono la loro infrastruttura militare e tornano a minacciare i cittadini di Israele nelle comunità vicine, nelle città del sud, in tutte le zone del Paese. Israele continuerà a combattere fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi”.
Ottant’anni dopo la fine dell’Olocausto, Israele affronta di nuovo un nemico “spietato e brutale” che cerca la sua distruzione, ha poi detto Netanyahu nel corso della cerimonia ufficiale di commemorazione di Yom Hashoah a Yad Vashem. L’attacco di Hamas del 7 ottobre “non è stato un Olocausto non per l’assenza di intenzione di annientarci, ma per mancanza di capacità”, afferma il premier israeliano insistendo sul fatto che il gruppo terroristico palestinese aveva la “stessa intenzione”dei nazisti di spazzare via il popolo ebraico. “Gli assassini di Hamas sono guidati dallo stesso identico obiettivo”, insiste, sottolineando che, a differenza dell’Olocausto, oggi Israele “ha la forza per difendersi”. Israele “completerà l’eliminazione delle capacità di Hamas” e libererà gli ostaggi, promette Netanyahu.
Dal canto suo il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha accusato Netanyahu per il “proseguimento dell’aggressione e l’allargamento del conflitto, per il sabotaggio degli sforzi fatti tramite i mediatori e varie parti”. “Hamas – ha spiegato Haniyeh – vuole arrivare a un accordo per il cessate il fuoco che ponga fine all’aggressione, garantisca il ritiro dei soldati israeliani dalla Striscia di Gaza e preveda uno scambio di prigionieri serio”.
L’ordine di evacuazione a Rafah
Intanto, come accennato a inizio articolo, l’esercito israeliano sta procedendo nelle zone che devono essere evacuate a Rafah in vista della pianificata offensiva sulla parte meridionale della Striscia. L’ordine di evacuazione nella parte orientale della città è arrivato in diversi modi: da volantini ai messaggi, fino alle telefonate con le istruzioni dei militari sui percorsi da prendere per raggiungere una zona umanitaria designata. L’ordine di evacuazione riguarda per ora solo alcuni dei quartieri orientali di Rafah, e non all’intera città nel sud di Gaza.
L’Idf ha pubblicato anche le mappe con le zone incluse: “In linea con quanto deciso a livello politico, l’IDF invita la popolazione, che è sotto il controllo di Hamas, a evacuare temporaneamente dai quartieri orientali di Rafah verso la zona umanitaria ampliata – si legge nella dichiarazione riportata dal Times of Israel – ci sarà una progressione graduale, secondo una valutazione della situazione in corso”. La zona umanitaria nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis comprende ospedali da campo e tendopoli per gli sfollati. L’operazione dovrebbe essere “temporanea e limitata”: secondo un portavoce dell’esercito israeliano, in base alle stime dell’Onu, riguarda 100mila persone su 1,2 milioni di cittadini.
Fonte: Today