Israele, Iran e la bomba atomica: il programma nucleare di Tel Aviv sviluppato dagli anni ’50 con il supporto della Francia

16.06.2025 11:35
Israele, Iran e la bomba atomica: il programma nucleare di Tel Aviv sviluppato dagli anni '50 con il supporto della Francia



Israele e Iran: La Proliferazione Nucleare

Israele e Iran: La Proliferazione Nucleare

Israele e l’Iran rappresentano due storie che, seppur distanti, si intrecciano da anni nell’ambito della minaccia nucleare in Medio Oriente e oggi sono al centro di accesi dibattiti. Il programma nucleare israeliano, avviato in gran segreto negli anni Cinquanta, ha beneficiato dell’assistenza francese, con l’intento dichiarato di prevenire un’eventuale catastrofe simile a un «secondo Olocausto», come riportato Attuale.

Il giovanissimo Shimon Peres è stato determinante per siglare i segreti dell’accordo con la Francia nel 1958, che ha portato alla costruzione del reattore di Dimona, nonostante le opposizioni di Washington. Il presidente Dwight D. Eisenhower aveva già manifestato la sua contrarietà alla proliferazione nucleare, ma gli Stati Uniti hanno scoperto l’esistenza del progetto di Dimona solo negli anni Sessanta, cercando di fermarlo senza successo. Ciò ha reso le relazioni tra Washington e Gerusalemme ancora più tese.

Negli anni successivi, il programma nucleare israeliano si è consolidato. Nel 1967 si stima che Israele avesse già a disposizione numerosi missili nucleari. Nella Guerra dei Sei Giorni, e durante la Guerra del Kippur, si è manifestato un panico insufficiente che ha portato a considerare l’uso delle armi nucleari come deterrente.

In Europa, l’Iran, sotto il regime dello Scià Reza Pahlavi, ha seguito un percorso diverso. Inizialmente, il paese si è adattato al progetto Atoms for Peace con il supporto statunitense, mirando a costruire centrali nucleari per produrre energia pulita. Tuttavia, la rivoluzione del 1979 ha stravolto questo progetto, portando un clima di ostilità nei confronti di Israele, mentre crescevano le preoccupazioni circa il potenziale nucleare iraniano.

Da allora, Gerusalemme ha costantemente monitorato le attività nucleari iraniane, preoccupata per la possibilità che un regime radicale potesse accedere a strumenti di distruzione di massa. Negli anni, nonostante la retorica oppositiva, Israele non ha mai confermato ufficialmente la propria capacità nucleare, mantenendo un velo di ambiguità sulla questione.

Recentemente, la IAEA ha denunciato l’assenza di cooperazione da parte di Teheran, evidenziando il sospetto di programmi nucleari militari segreti. I rapporti con le agenzie israeliane evidenziano che le scorte di uranio in Iran sono aumentate drammaticamente, con stime che indicano che l’Iran potrebbe essere più vicino a sviluppare capacità nucleari da difesa.

All’interno di questo contesto, la censura in Israele gioca un ruolo cruciale, ostacolando la divulgazione di informazioni riguardanti il programmo nucleare. Sebbene ci sia un’idea comune che l’Iran stia accelerando il suo programma nucleare, resta da chiarire se effettivamente stia sviluppando armi nucleari militari, come suggerisce Financial Times, che mette in luce le dichiarazioni di Netanyahu sulla minaccia di Teheran.

In un clima di crescente tensione, il governo israeliano ha fatto intendere che potrebbe non escludere l’uso dell’arma nucleare, mentre la comunità internazionale si interroga su come queste dinamiche potrebbero evolversi, con la paura che la situazione possa condurre a un’accelerazione degli sforzi nucleari da parte dell’Iran.

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