Il futuro dello ius soli negli Stati Uniti rimane incerto, ma oggi il presidente Donald Trump può considerarsi in parte vincitore: la Corte Suprema americana ha limitato l’autorità dei giudici di tribunali inferiori di bloccare le sue decisioni riguardo alla cittadinanza. Nel primo mese del suo ritorno alla Casa Bianca, il presidente ha annullato il diritto di cittadinanza per coloro che nascono negli Stati Uniti. L’abolizione dello ius soli, sancito dal XIV emendamento della Costituzione, è uno dei punti chiave della sua agenda politica, riporta Attuale.
Nonostante ciò, la Corte ha avvertito che il piano del presidente di abolire in pratica la cittadinanza per nascita potrebbe non essere mai realizzato. Infatti, chiunque nasca sul suolo statunitense ottiene automaticamente la cittadinanza, a prescindere dalla nazionalità dei genitori.
In una sentenza approvata con un voto di 6 favorevoli e 3 contrari, derivante dal tentativo di Trump di abolire lo ius soli, la Corte ha stabilito che le ingiunzioni nazionali emesse dai giudici di grado inferiore «superano probabilmente l’autorità di equità che il Congresso ha conferito ai tribunali federali». Tuttavia, la Corte non ha espresso un giudizio diretto sulla costituzionalità dell’ordine esecutivo di Trump riguardante la cittadinanza per nascita.
La decisione della Corte Suprema, che si sviluppa in 119 pagine, evidenzia ulteriormente la frattura esistente tra i giudici, con sei conservatori a favore e tre liberali contrari. «Alcuni sostengono che l’ingiunzione universale conferisce ai tribunali un potente strumento per esercitare un controllo sul potere esecutivo, ma i tribunali federali non esercitano una supervisione generale su di esso; risolvono solo casi e controversie in conformità con l’autorità conferita dal Congresso. Quando un tribunale conclude che il potere esecutivo ha agito in modo inadeguato, la risposta non può essere che il tribunale stesso ecceda nella sua autorità», ha affermato Amy Comey Barrett, giudice nominata conservatrice alla Corte Suprema.
Da parte sua, Sonia Sotomayor, esprimendo il suo dissenso dalla maggioranza, ha dichiarato: «Il rispetto per lo stato di diritto non è garantito in questo paese, né in altri. È un principio della nostra democrazia che esisterà solo se ci saranno persone pronte a combattere per la sua preservazione. Oggi, la Corte rinuncia al suo ruolo cruciale in questo importante compito».
Questa sentenza avrà probabilmente un impatto molto più significativo rispetto all’ius soli, estendendo di fatto il potere esecutivo.
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