Kiev sotto attacco: droni nella notte e il terrore tra i civili

10.06.2025 14:00
Kiev sotto attacco: droni nella notte e il terrore tra i civili
Kiev sotto attacco: droni nella notte e il terrore tra i civili

“Volavano sopra la testa, ronzando come uno sciame di morte.”
Questa frase, sussurrata con occhi ancora tremanti, riassume l’angoscia della scorsa notte a Kiev. È stata una delle notti più lunghe e spaventose degli ultimi mesi: droni russi hanno colpito la capitale ucraina in modo massiccio e deliberato, mirando non a obiettivi militari, ma ai quartieri residenziali, mentre la città dormiva.

Mi trovavo nel centro quando tutto è iniziato: un boato lontano, poi le sirene e subito le esplosioni. Le finestre vibravano, il suolo tremava sotto i piedi, e il cielo si accendeva nel bagliore dei droni. La difesa aerea ucraina lottava, ma non riusciva a fermarli tutti.

Attacco su larga scala: una notte di fuoco

Non si è trattato di un’operazione chirurgica. È stato un bombardamento a tappeto di droni kamikaze, entrati in città a ondate, in modo casuale e spietato. Portavano con sé morte e distruzione, senza alcuna distinzione. Una nube di fumo denso copriva il cielo come se qualcuno avesse incendiato l’aria stessa.

Alcuni droni sono passati a pochi metri dal tetto dove mi trovavo. Non sono stati abbattuti. Sono scomparsi oltre l’orizzonte, e poi – tuoni, bagliori, incendi.

Quartieri colpiti, feriti civili, edifici distrutti

Secondo le prime informazioni, diversi complessi residenziali nei distretti Shevchenkivskyi e Solomianskyi sono stati gravemente danneggiati. Scuole, ospedali e abitazioni sono tra le strutture colpite. I bambini, gli anziani, intere famiglie sono stati evacuati durante la notte, mentre i vigili del fuoco lavoravano senza sosta per contenere le fiamme.

La città non ha chiuso occhio. Nemmeno noi giornalisti. Abbiamo documentato tutto, mettendo a rischio la vita, perché questa è la verità che non può essere taciuta.

Un atto di terrore, non un’azione militare

Questo non è stato un semplice bombardamento. È stato un atto di terrorismo. Terrorismo contro una città pacifica, contro i suoi abitanti, contro chi cerca di raccontare ciò che accade. Oggi è chiaro: la Russia non combatte contro l’esercito. Combatte contro la popolazione, contro le loro case, i sogni, la speranza di vivere liberi.

Racconteremo tutto. Anche da sotto terra

Noi non ce ne andiamo. Continueremo a raccontare, anche dai sotterranei, anche sotto il fuoco. Perché la verità ha bisogno di voce, anche se l’eco è sommerso dalle esplosioni.

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