Secondo il membro italiano del comitato esecutivo Cipollone, il sistema alla base del ‘bitcoin’ comunitario sarà più economico di quello delle carte internazionali
L’euro digitale avrà costi inferiori rispetto ai tradizionali sistemi come Visa e Mastercard, e aiuterà gli istituti finanziari ad affrontare le sfide del futuro. Sono le previsioni del membro italiano del comitato esecutivo della Banca centrale europea, Piero Cipollone. Il raggiungimento di tale obiettivo passa anche da una ragione fondamentale secondo il componente del board della Bce: “Noi non siamo un’organizzazione a scopo di lucro, quindi non imporremo agli operatori commerciali dei costi di commissione e questo, per definizione, ridurrà i costi di tutto il sistema”.
La moneta digitale comune
“Abbiamo bisogno di un sistema di pagamento digitale forte. Possiamo raggiungere questo obiettivo introducendo la moneta della banca centrale nell’era digitale con l’introduzione dell’euro digitale: una forma di contante digitale, emessa dalla banca centrale e disponibile per tutti nella zona euro”, ha affermato Cipollone durante un’audizione in commissione Affari economici al Parlamento europeo. L’euro digitale è una sorta di bitcoin comunitario, una criptomoneta che sarà emessa direttamente dall’istituto di Francoforte e che andrà ad affiancarsi alle banconote tradizionali. E la differenza con la moneta fisica? Si trova nel sistema di garanzie con l’euro digitale che sarebbe interamente garantito dalla Bce rendendo i depositi molto più sicuri rispetto a quelli tradizionali degli istituti bancari.
Cos’è la moneta digitale
Al momento il 70% di tutti i pagamenti online europei sono intermediati da compagnie non europee come Visa o Mastercard, a cui dobbiamo pagare una tariffa e in generale tutte le transazioni digitali che facciamo con il bancomat o con un telefonino, devono essere fatte sempre attraverso un istituto finanziario o un Pos, un terminale fisico che comporta il pagamento di una commissione da parte del commerciante. Non possiamo trasferire euro direttamente nel conto di un’altra persona come potremmo fare dandogli del contante che passerebbe dalla nostra alla sua tasca, e dobbiamo chiedere alla nostra banca di trasferire il denaro per noi.
Il denaro digitale invece non ha bisogno di banche che facciano da intermediari. Questo denaro può essere memorizzato su un cloud tramite un dispositivo mobile o un computer e trasferito istantaneamente al cloud di un’altra persona o azienda, come se si mandasse un’email. Con l’euro digitale la Bce sarebbe il garante della sicurezza di questo processo.
Gli sviluppi per banche e consumatori
L’euro digitale “potrebbe aiutare le banche a fidelizzare i propri clienti a fronte della crescente concorrenza nei pagamenti”, aprendo inoltre “nuove fonti di entrate per gli istituti di credito”, ha spiegato Cipollone, che ha proseguito: “Se si confronta l’euro digitale con servizi come PayPal o Apple Pay, i vantaggi per le banche diventano ancora più chiari. Ad esempio, le banche non guadagnano nulla se le persone ricaricano il proprio portafoglio PayPal tramite addebito diretto. E, con Apple Pay, le banche devono effettivamente pagare una commissione solo per consentire l’utilizzo delle loro carte in Apple Wallet. Un euro digitale aprirebbe inoltre una nuova fonte di entrate, consentendo alle banche di fornire servizi a valore aggiunto ai propri clienti”.
Pertanto, osserva il banchiere, “l’euro digitale significherebbe che i fornitori di servizi di pagamento europei potrebbero offrire ai propri clienti la comodità di utilizzare il proprio prodotto ovunque nell’area dell’euro, proprio come le società di carte internazionali. Rafforzerebbe inoltre la posizione negoziale delle banche nei confronti di queste società. Infine, le banche e altri fornitori di servizi di pagamento sarebbero responsabili della distribuzione dell’euro digitale, fungendo così da unico punto di contatto per gli utenti dell’euro digitale”.
Strumento anti evasione secondo il M5s
Per il capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, Pasquale Tridico, l’euro digitale sarà anche “uno strumento importante per ridurre l’evasione fiscale che drena risorse enormi, pari a 825 miliardi di euro all’anno secondo alcune stime, alle casse pubbliche dei Paesi europei”. L’evasione fiscale e contributiva “è una minaccia alla sopravvivenza stessa del welfare europeo e dobbiamo contrastarla dunque con ogni strumento possibile”, ha aggiunto l’ex presidente dell’Inps.