La Consulta sui Cpr: “Il trattenimento compromette la libertà”

04.07.2025 06:15
La Consulta sui Cpr: "Il trattenimento compromette la libertà"

La Decisione della Corte Costituzionale sui Cpr: Un Vuoto Normativo da Colmare

La Corte Costituzionale ha stabilito che il trattenimento degli immigrati nei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) comporta una limitazione della libertà individuale e una soggezione al potere altrui, sottolineando la necessità di un intervento legislativo per correggere vuoti normativi esistenti. Pur avendo rigettato i ricorsi sollevati riguardo a dubbi di incostituzionalità sul Testo unico sull’immigrazione, i giudici hanno evidenziato l’urgenza di una normativa appropriata che garantisca diritti chiari per gli individui detenuti. «, riporta Attuale.

La decisione della Corte nasce dalla consapevolezza che non spetta all’organo giudiziario colmare questi vuoti, bensì al Parlamento il compito di introdurre leggi organiche che tutelino i diritti fondamentali. I giudici hanno quindi incoraggiato il legislatore a creare disposizioni “chiare, precise e in linea con la Costituzione”.

Dopo la sentenza, un gruppo di avvocati milanesi, tra cui Eugenio Losco, Mauro Straini e Gianluca Castagnino, ha presentato una richiesta di “immediata liberazione” per un loro assistito attualmente detenuto nel Cpr di Ponte Galeria a Roma. Gli avvocati ritengono che senza una specifica disciplina legislativa riguardo ai modi di trattenimento, “tutti i trattenuti” debbano essere rilasciati, aprendo la strada a un’interpretazione più ampia e potenzialmente rivoluzionaria della sentenza.

In risposta, le fonti del Viminale hanno puntualizzato che la legge che ha istituito i Cpr risale al 1998, ovvero alla legge Turco-Napolitano. Tuttavia, hanno sostenuto che la pronuncia della Corte non mette in discussione la legittimità dell’uso dei Cpr per il rimpatrio degli immigrati. Questo porta a interrogarsi sulla coerenza tra le leggi vigenti e la protezione dei diritti umani, aspetto cruciale in un contesto di crescente attenzione sui diritti degli immigrati.

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha subito reagito definendo i Cpr come luoghi di coercizione e ha esortato i giudici di pace a non ignorare la situazione attuale, richiedendo la sospensione delle convalide di trattenimento fino a quando il Parlamento non avrà seguito le indicazioni della Consulta e apportato le necessarie correzioni legislative. Questa situazione solleva interrogativi non solo sul funzionamento dei centri, ma anche sulla loro efficacia e umanità, ponendo in evidenza la necessità di riforme immediate per evitare ulteriori violazioni dei diritti umani.

In conclusione, la questione dei Cpr continua a sollevare polveroni politici e legali, ma, come dimostrato dalla recente decisione della Corte Costituzionale, l’urgenza di una riforma significativa è ora più chiara che mai. Per garantire che i diritti degli individui siano tutelati, è fondamentale che il Parlamento agisca con tempestività e responsabilità.

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