La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto per incompatibilità con le norme europee, futuro incerto per il progetto

30.10.2025 05:45
La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto per incompatibilità con le norme europee, futuro incerto per il progetto

La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità al Ponte sullo Stretto di Messina, ma non ha bloccato definitivamente il progetto. Il governo ha la possibilità di procedere con il progetto tramite una votazione del Consiglio dei Ministri. Tuttavia, mentre le critiche del centrodestra si concentrano sul presidente della Corte Guido Carlino e sulla consigliera delegata Carmela Mirabella, le motivazioni della bocciatura rimandano alla compatibilità del contratto con le norme del diritto europeo. Un tema cruciale è stato il modo in cui il contratto della società Webuild si allinea alle normative europee. Questi elementi emergono chiaramente, riporta Attuale.

Il visto di legittimità per il Ponte sullo Stretto

I magistrati contabili non hanno ammesso al visto di legittimità la delibera Cipess n. 41/2025, approvata dal governo il 6 agosto. La sezione centrale di controllo sugli atti del governo ha deciso di non procedere con la registrazione, rinviando le necessarie motivazioni entro 30 giorni. Tra le criticità evidenziate dalla Corte dei Conti, ci sono le coperture economiche, le stime sul traffico, la conformità del progetto alle normative ambientali e le regole europee relative all’aumento del 50% sui costi iniziali. Inoltre, si segnala la questione della competenza del Cipess, con dieci punti di criticità in partenza.

Cosa c’entra Webuild

Il contratto di Webuild, nato nel 2020 dalla fusione di Salini S.p.A. e Impregilo S.p.A., è al centro della questione per la sua compatibilità con le norme europee. L’azienda ha creato il consorzio Eurolink per costruire il ponte, partecipando con il Gruppo Sacyr (Spagna), IHI (Giappone) e altri partner italiani. La delibera del Cipess è considerata illegittima e la Corte dei Conti aveva già segnalato problematiche salienti. Secondo i giudici, il progetto avrebbe dovuto passare attraverso il Consiglio superiore dei lavori pubblici, che si era espresso solo sul progetto “di massima” nel 1997.

L’atto illegittimo

L’illegittimità del visto si basa sull’incapacità del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e del CEO Piero Ciucci di dimostrare di non aver violato le norme europee. Queste norme richiedono una nuova gara nel caso i costi superino del 50% il valore iniziale dell’appalto. Inoltre, non è stata rispettata la procedura di “Valutazione di incidenza ambientale” e l’iter Iropi, che classifica il ponte come un’opera di interesse pubblico, per il quale si sono cercati di superare le obiezioni ambientali definendola come opera militare.

I rilievi

I giudici hanno anche richiesto chiarimenti il 24 settembre al Dipartimento per la programmazione economica riguardo a vari aspetti economici, tecnici e normativi. Tra questi, l’aumento dei costi senza nuova gara ha sollevato dubbi. Vi è stata anche l’esclusione dell’Autorità dei trasporti dal processo di approvazione. Il 17 ottobre, la sezione di controllo ha ritenuto insufficienti i chiarimenti forniti e ha deferito il caso alla sede collegiale per una decisione finale.

Cosa succede adesso

Nonostante la bocciatura, il governo ha diverse opzioni a disposizione e non ha cancellato il progetto. Una possibilità è presentare una delibera al Cdm, coordinata dal Dipe. In tal modo, la Corte dei Conti potrebbe registrare l’atto o farlo con riserva, lasciando poi alla Camera la decisione finale. Già oggi, il governo si riunirà per pianificare la strategia necessaria, coinvolgendo il parlamento in un atto politico.

La legge e il visto con riserva

La legge consente al Cdm di considerare l’atto bocciato come rispondente a interessi pubblici superiori. La Corte dei Conti può apporre il visto con riserva, che ha efficacia, ma possa comportare una responsabilità politica per il governo. È importante notare che la Corte invia periodicamente al Parlamento un elenco degli atti registrati con riserva. Potrebbe essere che l’annuncio di Salvini riguardo l’inizio dei lavori a novembre debba subire un ritardo, anche se di poche settimane.

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