La differenza e il suo splendore

09.06.2025 20:19
La differenza e il suo splendore
La differenza e il suo splendore

Esiste ormai un vero e proprio filone di scrittura saggistica e biografica dedicato alle artiste e pensatrici del passato. A volte vi si riscontra anche un gioco di rispecchiamenti e rimandi tra le istanze personali delle autrici contemporanee e quelle delle eroine protagoniste. Ne è un esempio Il vostro silenzio non vi proteggerà. Una storia di Audre Lorde di Caterina Venturini, edito da Solferino (pp. 160, euro 15.50), nato in seno al progetto di podcast di Inquiete festival di scrittrici a Roma: «Genealogie».

Venturini, seguendo una delle istanze tra le più liberatorie del femminismo, quella del partire da sé, inizia la sua analisi sulla scrittrice afroamericana, raccontando il frangente nel quale si trova quando le viene chiesto di partecipare al progetto. È stata operata alla gola per un esteso tumore alla tiroide e si trova completamente afona in ospedale. Si sa quanto il tema della voce, dell’espressione, sia fondamentale per Audre Lorde che in Sorella Outsider. Scritti politici (Meltemi, 2022) dichiara: «quello che è più importante per me deve essere detto, verbalizzato e condiviso, anche a rischio di vederlo ferito o equivocato».

E INFATTI VENTURINI sottolinea che: «leggere Lorde significa trovare incarnata la frase più bella del femminismo: il personale è politico». In questo gioco di specchi Venturini non dimentica però il dato di fatto del razzismo, che non può essere ignorato dalle donne bianche che non lo subiscono e che invece «devono considerarlo una differenza biografico-politica fondamentale e dirimente».

Anche Filosofe. Dieci donne che hanno ripensato il mondo di Francesca Romana Recchia Luciani, edito da Ponte alle Grazie (pp. 240, euro 18) ed Eroine di Kate Zambreno per Nottetempo (pp. 336, euro 19.90), con la traduzione di Federica Principi, si inseriscono a pieno titolo in questo nascente genere letterario. Si tratta di due testi molto diversi fra loro, uniti in qualche modo dal desiderio di rendere omaggio a pensatrici e figure cruciali, soprattutto del ‘900, la cui importanza non è stata riconosciuta, o abbastanza sottolineata, a causa di discriminazioni maschiliste.

«Il vostro silenzio non vi proteggerà», di Caterina Venturini (Solferino); «Eroine», di Kate Zambreno (Nottetempo); «Filosofe», di Francesca Romana Recchia Luciani (Ponte alle Grazie)

In particolare, l’istanza di riparazione domina nel libro di Kate Zambreno che deriva dal suo blog Francis Farmer is my sister. A un certo punto, in un momento di smarrimento personale dovuto a un trasferimento a seguito del marito, l’autrice statunitense trova conforto nella lettura e si rende conto che: «queste donne esistite nel chiuso del letto, della stanza, intrappolate in casa: ecco cosa ho bisogno di fare. Raccontare le loro storie».

In Eroine è predominante, infatti, il racconto di vicende accadute a diverse scrittrici che sono state dimenticate o fraintese. Nei brani da cui il libro è composto, e che sono quelli che Zambreno nel tempo pubblicava nel blog, ritorna spesso, per esempio, la figura di Zelda Fitzgerald, il racconto delle ingiustizie che ha subito a causa della sofferenza mentale, nonché di come il suo talento sia stato trascurato se non del tutto ignorato.

TRA LE PAGINE di Zambreno troviamo inevitabilmente anche Virginia Woolf, la cui sofferenza viene qui comparata a quella di Gustave Flaubert, con la differenza che: «a lui non dissero mai di stare in guardia dal proprio genio. A lui non dissero mai che avrebbe finito per ammalarsi». La struttura del testo composto da brani di anche poche righe permette una lettura diluita nel tempo e rispecchia il costante lavoro di ricerca, nonché la sincera spinta politica che ha condotto Zambreno alla scrittura di questo libro che è anche frutto di un’esperienza collettiva femminista online.
Molto diverso il volume di Francesca Romana Recchia Luciani, intanto per l’impianto decisamente più classico. Il testo è infatti è diviso in capitoli tutti circa della stessa lunghezza, una ventina di pagine, dedicati a grandi filosofe del ‘900: Simone Weil, Simone de Beauvoir, Hannah Arendt, ma anche Lou Salomé, Maria Zambrano, Audre Lorde, Carla Lonzi.

IL PUNTO DI VISTA che innerva ogni approfondimento è che: «teoria e biografia si co-appartengano e che la filosofia resti muta e vuota senza la vita vissuta di chi la produce e le relazioni interpersonali in cui va a incarnarsi». Per questo ogni parte analizza in una sintesi agile e allo stesso tempo accurata, non tanto le opere delle autrici, quanto il loro percorso filosofico inteso anche come percorso di vita, all’interno di uno specifico contesto storico. Si tratta di un approccio particolarmente interessante perché fa emergere come per queste pensatrici la pratica politica fosse un elemento cruciale, affatto secondario rispetto a quella della scrittura. Del resto, Hannah Arendt lo sapeva: «ogni volta che è in gioco il linguaggio, la situazione diviene politica per definizione».

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