La Macedonia del Nord vira a destra (e si allontana dall’Ue)

10.05.2024
La Macedonia del Nord vira a destra (e si allontana dall'Ue)
La Macedonia del Nord vira a destra (e si allontana dall'Ue)

Eletta la prima presidente donna della storia, Gordana Siljanovska Davkova, e la maggioranza del parlamento va ai sovranisti, che potrebbero riaccendere le tensioni con Grecia e Bulgaria, complicando il percorso di adesione

La Macedonia del Nord avrà la sua prima presidente donna. Gordana Siljanovska Davkova, appoggiata dal partito conservatore Vmro-Dpmne, ha sconfitto con largo margine (65,14% delle preferenze) il capo di stato uscente, il socialdemocratico Stevo Pendarovski, al ballottaggio delle presidenziali. I conservatori, fino ad ora all’opposizione, hanno ottenuto oltre il 42% dei voti anche alle elezioni parlamentari, che si tenevano contemporaneamente. Il partito ha conquistato 58 seggi nel Parlamento di 120 posti, giusto tre in meno alla maggioranza assoluta, contro i 19 seggi dei socialdemocratici Sdsm, che si sono fermati al 15% delle preferenze. Si tratta della sconfitta elettorale più pesante accusata finora dai socialdemocratici macedoni.

Terza forza, con il 13,78% e 18 seggi, si conferma la formazione Dui-Fronte Europeo, uno dei due principali poli in rappresentanza della numerosa e importante comunità di etnia albanese, che costituisce complessivamente il 25% circa della popolazione totale del Paese. Tale partito è stato finora parte della coalizione di governo con i socialdemocratici, mentre l’altra formazione albanese Vlen, vicina all’opposizione, ha ottenuto il 10,72% e 13 seggi.

Seguono il partito Levica (Sinistra), su posizioni filorusse, al quale è andato il 6,75% con 6 deputati, e il movimento Znam con il 5,57% e 6 seggi. Il passaggio da sinistra a destra nello Stato balcanico di 2 milioni di abitanti è stata una conseguenza della rabbia degli elettori per il lento sviluppo economico e la persistente corruzione nella nazione.

Il ritorno al potere della destra nazionalista e sovranista rischia tuttavia di riaccendere le tensioni con Grecia e Bulgaria, i due Paesi vicini con i quali Skopje aveva faticosamente raggiunto negli anni scorsi accordi su delicate dispute di carattere storico e identitario che avevano a lungo bloccato il percorso di integrazione euroatlantica del Paese ex jugoslavo. Questo complicherebbe anche il percorso di adesione all’Ue. Costretti a cambiare il nome del loro Paese in Macedonia del Nord (e non semplicemente Macedonia come avrebbero voluto) i macedoni erano così entrati nella Nato nel 2020 e lo scorso anno hanno ottenuto lo status di candidato all’adesione all’Ue.

Ora i conservatori intendono rimettere in discussione tanta parte degli accordi raggiunti, a cominciare dal ritorno del Paese al vecchio nome di ‘Macedonia’. La nuova presidente, che compirà 71 anni fra due giorni, dovrebbe insediarsi il 12 maggio, data di scadenza del mandato quinquennale di Pendarovski.

Fonte: Today

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