La nuova sfida della Russia all’Occidente: porre fine all’egemonia del dollaro

22.10.2024
La nuova sfida della Russia all'Occidente: porre fine all'egemonia del dollaro
La nuova sfida della Russia all'Occidente: porre fine all'egemonia del dollaro

Il presidente russo Putin vuole spingere i partner Brics a creare una piattaforma alternativa per i pagamenti internazionali che sia immune alle sanzioni occidentali

Vladimir Putin, Narendra Modi, Xi Jinping e Cyril Ramaphosa tutti riuniti allo stesso tavolo È quello dei Brics, il club fondato da Brasile, Russia, India e Cina, a cui si è aggiunto poco dopo il Sudafrica. Il presidente russo apre oggi fino al 24 ottobre a Kazan, Russia, il summit dei Brics, i cosiddetti paesi emergenti, quelli che vogliono ridefinire un nuovo ordine globale che fa da contrappeso all’Occidente.

Mosca vuole dimostrare di non essere isolata 

Sulle rive del fiume Volga, oltre al segretario del Partito comunista cinese, il leader del Cremlino accoglie il presidente iraniano Massoud Pezeshkian. Mosca conta anche sulla presenza del turco Recep Tayyip Erdogan e di altri 20 leader stranieri e del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. La lista dei partecipanti è lunga e comprende anche i leader o rappresentanti di Etiopia, Iran, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, che dal 1° gennaio sono entrati nei Brics. La Turchia, membro della Nato che ha una relazione complessa sia con Mosca che con l’Occidente, ha annunciato all’inizio di settembre di voler aderire al blocco.

Assente invece il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva che partecipa all’incontro in videoconferenza dopo aver annullato il viaggio per motivi medici. Invece fa rumore l’assenza del principe saudita Mohammed bin Salman che ha alimentato speculazioni su possibili disaccordi tra Riad e Mosca, i due pesi massimi dell’energia mondiale.

Questa anno la presidenza dei Brics è toccata alla Russia. Mosca, esclusa dai grandi consessi internazionali a causa della guerra in Ucraina, vuole mostrare al mondo di non essere isolata e anzi di far parte di una cerchia diplomatica che conta. L’importante vertice si svolge mentre Mosca sta guadagnando terreno militarmente in Ucraina e ha stretto strette alleanze con i maggiori avversari degli Stati Uniti: Cina, Iran e Corea del Nord. Per la presenza dell’iraniano Pezeshkian, in piena escalation con Israele, i partecipanti al vertice dovrebbero discutere anche della guerra a Gaza e nel sud del Libano. Ma su questi temi la Russia sembra voler mantenere le distanze, limitandosi finora a invitare le parti alla moderazione.

La volontà di scalzare il dollaro dal trono delle valute globali

In questa sessione, la 16esima dalla sua fondazione nel 2009, la Russia vorrebbe che il gruppo sfidasse l’egemonia fiscale ed economica dell’Occidente e, quindi, scalzare il dollaro dal trono delle valute globali. Il Cremlino, secondo la Reuters che ha visionato un documento preparato dal ministero delle Finanze e dalla Banca Centrale della Russia, vuole spingere i partner Brics a creare una piattaforma alternativa per i pagamenti internazionali che sia immune alle sanzioni occidentali. 

Al centro c’è la proposta di un nuovo sistema di pagamento basato su una rete di istituti commerciali, collegati tra loro, tramite le banche centrali dei paesi Brics. Il sistema utilizzerebbe la tecnologia blockchain per archiviare e trasferire token digitali supportati da valute nazionali. In questo modo, le monete dei singoli paesi possono essere scambiate in modo semplice e sicuro, superando la necessità di effettuare le transizioni in dollari. Questo sarebbe un sistema che permetterebbe alla Russia anche di risolvere i crescenti problemi nella regolazione dei pagamenti commerciali, anche con paesi amici come la Cina, dove le banche locali temono di poter essere colpite da sanzioni secondarie da parte degli Stati Uniti.

“Un sistema di pagamenti Brics consentirebbe operazioni economiche senza dipendere da coloro che hanno deciso di trasformare in armi il dollaro e l’euro”, ha affermato Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo. Questo sistema, che la Russia chiama Brics-Bridge, dovrebbe entrare in funzione entro un anno. Ma non è detto che la proposta del Cremlino raccolga consensi tra i membri dei Brics. Nel documento russo visto dalla Reuters, il Cremlino punta il dito sulle istituzioni finanziarie, come il Fondo Monetario Internazionale, di servire gli interessi dei paesi occidentali. Il titolare delle finanze russe, il ministro Anton Siluanov, ha persino invitato i membri dei Brics a creare un’alternativa al Fondo Monetario Internazionale. 

A fronte di queste richieste di Mosca suona casuale come l’apertura del summit Brics avvenga proprie nelle ore in cui a Washington si tengono le riunioni autunnali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca mondiale: le due istituzioni economiche – a cui la Cina si contrappone perché è diventato il maggior prestatore del mondo a paesi in difficoltà – compiono 80 anni di vita in un contesto globale molto distante da quello in cui si è tenutala conferenza di Bretton Woods (Stati Uniti) nel 1944. 

Le proposte finanziare del gruppo internazionale possono alimentare qualche preoccupazione tra i leader occidentali. Attualmente i Brics rappresentano circa metà della popolazione del pianeta (contro appena il 10 per cento del G7) e il 35 per cento del Pil mondiale (più del G7).

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