La polizia georgiana ha arrestato il leader dell’opposizione pro-Ue Zurab Japaridze

02.12.2024
La polizia georgiana ha arrestato il leader dell'opposizione pro-Ue Zurab Japaridze
La polizia georgiana ha arrestato il leader dell'opposizione pro-Ue Zurab Japaridze

È finito in carcere al termine di un’altra notte di proteste contro il partito filo-russo Sogno Georgiano. Sono oltre 200 le persone messe in galera finora

Idranti, gas lacrimogeni e arresti. Prosegue la repressione da parte del governo georgiano nei confronti dei manifestanti pro-Ue. In carcere la mattina del 2 dicembre è finito Zurab Japaridze, leader dell’opposizione pro-Ue in Georgia. L’arresto è avvenuto dopo la dura repressione da parte della polizia georgiana nei confronti dei manifestanti antigovernativi scesi in piazza per la quarta notte consecutiva.

Le proteste sono il frutto della decisione del governo georgiano di sospendere i negoziati per entrare nell’Unione Europea. I manifestanti la interpretano come una conferma di un allontanamento dalle politiche filo-occidentali, sotto l’influenza dalla Russia. Il partito al governo Sogno georgiano, recentemente confermato al potere durante elezioni molto contestate, nega invece le sue relazioni con Mosca.

Chi è il leader antigovernativo georgiano Zurab Japaridze

Zurab Japaridze è uno dei leader della “Coalizione per il cambiamento”, un’alleanza di opposizione, che in un post su X ha comunicato il suo arresto mentre usciva dalla manifestazione. Le immagini video mostrano Japaridze mentre viene caricato su un veicolo anonimo da poliziotti col volto coperto.

L’arresto è avvenuto in Tamarashvili Avenue, un quartiere residenziale lontano dalle proteste, ha affermato la Coalizione per il cambiamento. “Japaridze stava fuggendo insieme ad altri dimostranti mentre veniva afferrato, il che indica che si è trattato di una mossa consapevole e mirata da parte del regime”, ha affermato il gruppo di opposizione su X.

Centinaia di persone arrestate in Georgia 

In totale nel corso delle proteste sono state arrestate 224 persone. Il ministero degli Interni del Paese ha affermato che 21 agenti di polizia sono rimasti feriti durante la repressione delle dimostrazioni, durante le quali gli agenti hanno fatto ricorso anche ad idranti e lacrimogeni. Al fianco dei manifestanti si è schierata la presidente del Paese, Salome Zurabishvili, che ha scritto su X: “Un’altra potente notte di georgiani determinati nel difendere la loro costituzione e la loro scelta europea. La determinazione nelle strade non mostra segni di arresto!”.

Sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea  considerano le scelte del governo il segno di un arretramento democratico da parte della Georgia. Il Paese, con una popolazione di 3,7 milioni di abitanti, è collocato geograficamente tra Europa e Asia e in passato faceva parte dell’Unione Sovietica. La controversa vittoria del partito al governo Sogno Georgiano alle elezioni parlamentari del 26 ottobre, ampiamente considerate un referendum sulle aspirazioni della Georgia a entrare nell’UE, ha scatenato grandi manifestazioni, determinando anche il boicottaggio del parlamento da parte dell’opposizione.

Georgia stretta tra Mosca e Bruxelles

Mosca nega qualsiasi interferenza con la politica georgiana, ma l’ex presidente Dmitry Medvedev ha avvertito domenica che la Georgia si sta “muovendo rapidamente lungo il percorso ucraino, verso l’abisso oscuro”, aggiungendo: “Di solito questo genere di cose finisce molto male”. Il primo dicembre Kaja Kallas, appena insediatasi come Alta rappresentante della politica estera dell’Ue, ha avvertito in un tweet  che la violenza contro i manifestanti e l’allontanamento del Paese da Bruxelles porterebbero mettere la Georgia “di fronte a conseguenze dirette dalla parte dell’Ue”. Pur non essendo state chiarite, le mosse che la diplomazia dell’Ue potrebbe adottare sono diverse.

In primo luogo la sospensione di un accordo di liberalizzazione dei visti (in vigore dal 2017), che consente ai georgiani di trascorrere fino a tre mesi negli Stati membri del blocco senza visto. Altre conseguenze potrebbero riguardare il processo di adesione all’Ue del Paese, che finora aveva ricoperto il ruolo di Paese candidato. Queste scelte potrebbero però avere conseguenze opposte a quelle desiderate, finendo col “punire” anche i georgiani desiderosi di entrare a far parte della famiglia europea. 

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