Tensioni crescenti nel Mar dei Caraibi: Gli Stati Uniti si preparano a intervenire in Venezuela e Nigeria
La situazione nel Mar dei Caraibi, al largo delle coste venezuelane, sta raggiungendo livelli di tensione elevati, simili a quelli della crisi missilistica di Cuba del 1962. La portaerei Ford, descritta come la «nave più letale» della Marina americana, è attesa nella regione, pronta per un raid contro quello che la Casa Bianca definisce un narco-Stato, nonostante Donald Trump abbia negato di aver già preso una decisione in merito. Allo stesso tempo, Trump ha indirizzato il suo sguardo verso l’Africa, affermando su Truth Social che gli Stati Uniti «potrebbero benissimo» intervenire in Nigeria per «eliminare completamente i terroristi islamici» responsabili di atrocità, se il governo nigeriano continuerà a permettere l’uccisione di cristiani, riporta Attuale.
Il primo avvertimento da Mosca è arrivato dalla portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che ha condannato l’uso eccessivo della forza militare e ha invitato Washington a iniziare una guerra alla droga negli Stati Uniti. La Russia ha ribadito il suo sostegno al presidente venezuelano Nicolás Maduro, il quale ha chiesto assistenza militare a Mosca, Pechino e Teheran. Al contrario, secondo piani noti a funzionari della Casa Bianca, Trump non ha escluso del tutto un approccio diplomatico. Tuttavia, il Miami Herald ha sottolineato che il presidente sta giustificando la campagna militare come una guerra contro la droga, nonostante prove storiche che suggeriscono che solo una minima parte del traffico di stupefacenti attraverso il Venezuela sia destinata agli Stati Uniti.
La direttrice della National Intelligence, Tulsi Gabbard, ha affermato che la strategia del “regime change” è finita, e Trump è stato prudente nel non dichiarare esplicitamente la volontà di rovesciare Maduro. Tuttavia, analisi recenti suggeriscono che lo schieramento militare nei Caraibi potrebbe essere sovradimensionato rispetto alle minacce che si presentano.
Inoltre, la Russia non rimane in silenzio. Un aereo da trasporto militare russo è atterrato a Caracas, confermando la fornitura di armi, tra cui la possibile consegna di missili Oreshnik. Alekseij Zhuravlev, vicepresidente della commissione Difesa della Duma, ha sottolineato che i caccia Su-30MK2 rappresentano la spina dorsale dell’aeronautica venezuelana, rendendola una delle forze aeree più forti della regione. In risposta alle crescenti pressioni, Maduro ha esortato a mantenere la calma e la composizione, sostenendo la necessità di agire con unità di fronte a tali minacce, in particolare in un momento in cui alcuni suoi generali potrebbero essere tentati di cedere alle offerte americane per un esilio privilegiato.