Recentemente, l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato di aver parlato con Vladimir Putin, che avrebbe proposto di fare da mediatore nei negoziati tra Israele e Iran. Trump ha però risposto con fermezza: «Prima risolviamo la questione con la Russia, poi possiamo occuparci dell’Iran».
Tuttavia, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha smentito che sia avvenuta questa conversazione, sostenendo che Trump si riferisse a un colloquio precedente, meno scomodo per il presidente russo (agents.media).
Un’alleanza strategica messa in crisi
Nonostante le dichiarazioni ufficiali di un “partenariato strategico” e anni di collaborazione, la Russia ha scelto una posizione di distacco prudente nel momento di massima tensione in Medio Oriente.
Mentre il conflitto si intensifica e la distruzione cresce, Mosca evita di assumersi responsabilità concrete verso il suo alleato regionale, preferendo un atteggiamento di neutralità apparente.
Il declino dell’influenza russa
La breve telefonata tra Trump e Putin è stata interpretata a Washington come segno di un’influenza russa ormai ridotta. Trump ha rimesso al suo posto il leader russo, sottolineando che la Russia non è più una superpotenza in grado di influenzare i processi globali.
Questo episodio conferma una tendenza: la Russia, che fino a poco tempo fa rivendicava un ruolo chiave nella regione, si ritrova oggi ai margini della politica internazionale.
La strategia americana verso Russia e Iran
Il 17 giugno 2025, Kurt Volker, ex inviato speciale USA per l’Ucraina, ha suggerito che la politica di Trump verso Mosca sarà simile a quella adottata con l’Iran: una combinazione di diplomazia severa, inviti a negoziare e promesse di un futuro migliore in caso di de-escalation, ma con minacce di misure dure in caso di fallimento.
A differenza dell’Iran, però, la pressione sulla Russia si concentrerà su un aumento sistematico delle sanzioni economiche, rivolte a banche statali, conglomerati come Rostec e Rosatom e compagnie di navigazione.
Durante il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, Putin ha confermato la sua disponibilità a proseguire i negoziati di pace dopo il 22 giugno 2025.
Nessun nuovo accordo nucleare
Trump ha chiarito che la risoluzione del conflitto non prevede nuovi accordi nucleari o formule multilaterali con l’Iran. La condizione di Washington è una capitolazione senza condizioni del regime, seguita da negoziati esclusivamente tecnici.
La crisi profonda della politica estera russa
L’atteggiamento della Russia dimostra una crisi profonda: da protagonista di un “mondo multipolare”, Mosca è diventata un osservatore passivo delle dinamiche internazionali, limitandosi a dichiarazioni formali senza reale influenza.
L’esperienza con l’Iran evidenzia che l’alleanza con la Russia non garantisce supporto nei momenti critici. Lo stesso destino attende altri partner di Mosca, dalla Siria alla Bielorussia: la Russia sfrutta gli alleati per i propri interessi, senza però mantenere gli impegni presi.
Nonostante i discorsi in TV su “popoli fratelli” e “resistenza globale all’Occidente”, i partner russi vengono abbandonati appena la situazione si fa difficile. Prima l’Armenia, ora l’Iran: un segnale chiaro del declino dell’influenza russa.
L’Iran cerca nuove strade
Deluso dalla mancata assistenza russa, l’Iran ha cambiato strategia. La recente visita di una sua delegazione a Oman con una proposta di negoziati di pace indica un possibile segnale di apertura verso una resa negoziata.
In conclusione, la recente interazione tra Donald Trump e Vladimir Putin ha messo in evidenza una crisi profonda nell’influenza russa e la fragilità delle alleanze strategiche di Mosca, in particolare con l’Iran. Il comportamento prudente della Russia in un contesto di crescente tensione in Medio Oriente suggerisce un distacco dalle responsabilità, mentre la fermità di Trump indica una rivalutazione del ruolo della Russia come superpotenza. Di fronte a questa stagnazione, l’Iran sta cercando nuove opportunità diplomatiche, evidenziando la vulnerabilità della Russia nel mantenere alleanze affidabili.