L’accordo dell’Unione Europea sui rimpatri prevede hub nei Paesi terzi e nuove norme sulle domande di asilo

09.12.2025 06:25
L'accordo dell'Unione Europea sui rimpatri prevede hub nei Paesi terzi e nuove norme sulle domande di asilo

Rimpatri più rapidi: il Consiglio dell’Unione europea approva nuove norme

Il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di semplificare e accelerare le procedure di rimpatrio per gli immigrati irregolari. Durante una riunione a Bruxelles, i ministri dell’Interno dell’Ue hanno concordato un nuovo regolamento che introduce procedure comuni per il rimpatrio, prevede strumenti di cooperazione tra Stati membri e stabilisce obblighi e sanzioni per coloro che rimangono illegalmente in un Paese europeo, riporta Attuale.

Il Consiglio ha inoltre approvato un regolamento che modifica il concetto di “Paese terzo sicuro” e amplia le circostanze in cui le domande di asilo possono essere respinte. Le nuove norme consentono agli Stati membri di applicare il concetto di Paese terzo sicuro basandosi su tre criteri: una “connessione” tra il richiedente e il Paese terzo, il transito del richiedente tramite il Paese terzo prima di arrivare in Ue e l’esistenza di accordi con il Paese terzo. Tuttavia, questa ultima opzione non si applica ai minori non accompagnati. Nonostante il voto contrario di Spagna, Grecia, Francia e Portogallo, l’accordo ha ottenuto la maggioranza qualificata necessaria per l’approvazione.

Un ulteriore passo avanti è rappresentato dalla creazione della prima lista di Paesi di origine sicuri a livello dell’Ue, che includerà Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. In particolari circostanze, la Commissione potrà decidere di sospendere la designazione di un Paese come sicuro, sia a livello nazionale che per specifiche aree o popolazioni. Gli Stati membri manterranno comunque la possibilità di istituire le proprie liste nazionali.

“Tutte le misure adottate ci aiuteranno a elaborare le richieste in modo più efficace e a ridurre la pressione sui nostri sistemi di asilo,” ha dichiarato il commissario europeo alla Migrazione, Magnus Brunner. “Oggi stiamo dimostrando che l’Europa può davvero fare la differenza”. Tuttavia, il processo legislativo è ancora in corso e necessita di negoziazioni tra il Consiglio e il Parlamento europeo per finalizzare un testo giuridico definitivo.

Il governo italiano ha rivendicato l’accordo come un successo importante per Roma. “La svolta che il Governo italiano ha chiesto in materia di migrazione c’è stata: finalmente abbiamo ottenuto una lista europea di Paesi di origine sicuri e riformato completamente il concetto di Paese terzo sicuro,” ha affermato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Piantedosi ha aggiunto che “gli Stati membri potranno finalmente applicare le procedure accelerate di frontiera,” in linea con quanto stabilito dal protocollo Italia-Albania, specificando che i ricorsi giudiziari non avranno più effetto sospensivo automatico sulla decisione di rimpatrio. Tuttavia, la posizione dell’eurodeputata del Pd, Cecilia Strada, è diametralmente opposta: “La destra al governo parla di ‘certezza di procedure’ ma in realtà c’è solo la sospensione dei diritti e l’esternalizzazione delle frontiere dell’Unione,” ha criticato. Strada ha messo in dubbio anche l’efficacia della nuova normativa nel garantire il funzionamento dei centri italiani in Albania come originariamente previsto.

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