L’accordo di pace tra Congo e Ruanda è reale

27.06.2025 20:25
L'accordo di pace tra Congo e Ruanda è reale

Accordo di pace tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda: prospettive e sfide

L’accordo di pace sottoscritto venerdì dai governi della Repubblica Democratica del Congo e del Ruanda è stato presentato come un cambio di rotta nei rapporti tra i due paesi, storicamente in conflitto. Tuttavia, le reali conseguenze di questo accordo sono ancora incerte, e potrebbe non porre fine ai combattimenti che perdurano da anni nella regione di confine.», riporta Attuale.

La firma dell’accordo si è svolta a Washington, con la presenza dei ministri degli Esteri di entrambi i paesi e del segretario di Stato degli Stati Uniti. I colloqui sono stati facilitati da mediatori del Qatar e degli Stati Uniti. Anche se il testo completo non è stato pubblicato, è stato emesso un comunicato congiunto che descrive in modo generico i termini chiave dell’intesa. In linea teorica, l’accordo stabilisce l’impegno reciproco a rispettare l’integrità territoriale, a porre fine alle ostilità e a promuovere il disarmo dei gruppi paramilitari attivi nel conflitto.

Tuttavia, ci sono diverse problematiche e ambiguità legate a questo accordo. Innanzitutto, ufficialmente i due paesi non si trovano in stato di guerra. Il Ruanda è accusato di aver inviato truppe in Congo per sostenere l’M23, un gruppo paramilitare che attualmente controlla diverse aree nell’est del paese, combattendo contro l’esercito congolese. Il presidente ruandese, Paul Kagame, ha sempre negato tali accuse, sostenendo che non vi sia stata alcuna ingerenza militarmente o finanziariamente.

Un ulteriore aspetto critico riguarda l’assenza dell’M23 dai negoziati che hanno condotto all’accordo. Il gruppo, infatti, ha già comunicato che un eventuale accordo che lo riguardi, stipulato senza il suo consenso, è da considerarsi una violazione dei suoi diritti. L’M23 ha chiarito che non intende rispettare l’accordo e le modalità di disarmo e integrazione nell’esercito congolese rimangono quindi irrisolte. Inoltre, la milizia, originatasi come una frangia dissidente di un altro gruppo nel 2009, potrebbe rimanere refrattaria all’intesa.

Recentemente, quando era stato raggiunto un primo accordo, il presidente statunitense Donald Trump lo ha definito “meraviglioso”, rivendicando il suo ruolo nel processo. Ha anche sottolineato che non intende ricevere un premio Nobel per la pace in relazione a questo accordo, ma ha affermato che la vera importanza sta nel riconoscimento delle persone. Dalla sua rielezione, Trump ha cercato di presentarsi come un mediatore efficace tra paesi in conflitto, ma i risultati ottenuti finora dalla sua amministrazione sembrano limitati.

Dall’inizio del suo secondo mandato, Trump ha tentato di posizionarsi come un promotore della pace, sebbene la maggior parte degli accordi mediati dalla sua amministrazione non abbiano portato a risultati concreti, eccezion fatta per quello tra India e Pakistan, dove il ruolo degli Stati Uniti è stato piuttosto marginale. Tuttavia, le attuali condizioni tra Ruanda e Congo suggeriscono che l’accordo di pace possa rivelarsi fragile e di difficile attuazione.

Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno anche avviato trattative con il Congo per garantire l’accesso alle sue ricche risorse minerarie, concentrate in gran parte nelle aree controllate dall’M23. Esistono accuse secondo cui il Ruanda possa sfruttare il gruppo per estrarre illegalmente queste risorse. Non è chiaro quali siano gli obiettivi specifici degli Stati Uniti in queste negoziazioni, ma un ritiro dell’M23 potrebbe facilitare l’accesso alle risorse minerarie.

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