L’analisi di Vespa sul corteo come esame per il campo largo

21.06.2025 06:45
L’analisi di Vespa sul corteo come esame per il campo largo

La Complessità del Conflitto Iraniano: Riflessioni e Prospettive

La richiesta di resa senza condizioni formulata da Trump nei confronti dell’Iran si è rivelata non solo inappropriata, ma anche maleducata. Di fatto, tale richiesta è stata categoricamente rifiutata. Sebbene l’Iran possa essere considerato il Male Assoluto, è una nazione che dimostra di sapersi difendere, affrontando con determinazione le avversità subite. La vera sorpresa, forse, è la difficoltà di Israele nell’evitare tutti i contraccolpi.

Il capitolo della resa incondizionata agli Alleati riporta alla mente la storia: l’Italia, l’8 settembre del ’43 a Cassibile, e la Germania, l’8 maggio del ’45 a Berlino, sono esempi che sembrano inapplicabili alla situazione attuale.

Trump non è particolarmente incline a iniziare un conflitto. Le sue forze armate e i politici mostrano spaccature, e il suo elettorato non è favorevole a un’azione bellica. Tradizionalmente, è stato il partito democratico a intraprendere guerre, ad eccezione di George Bush, il quale si trovò costretto a reagire dopo l’11 settembre, pur riconoscendo alcuni errori.

Il vero problema consiste nel trovare un accordo che possa soddisfare sia Israele che l’Occidente, i quali sono decisamente contrari alla possibilità che gli ayatollah sviluppino l’arma nucleare. Allo stesso tempo, è fondamentale consentire all’Iran di mantenere la propria dignità, indipendentemente dal fatto che Khamenei resti al potere o ceda a un successore.

L’Agenzia delle Nazioni Unite per l’energia nucleare ha comunicato di non avere prove concrete riguardo al possesso di armi nucleari da parte dell’Iran. Tuttavia, ha confermato che il livello di arricchimento dell’uranio ha superato notevolmente i limiti consentiti. Per quale motivo, se non per sviluppare una testata nucleare?

Recentemente, il Qatar ha informato Giorgia Meloni che l’Iran non ha intenzione di fermare l’arricchimento dell’uranio.

La questione centrale ora è capire fino a dove l’Iran intende spingersi e quanto potrà resistere dopo i recenti attacchi ricevuti da Israele.

Il governo italiano non sembra essere totalmente allineato con Trump; pur mantenendo un rapporto privilegiato, Meloni è tornata dal G7 con qualche speranza per una cessazione del fuoco a Gaza e con la convinzione che il presidente americano voglia verificare la serietà dell’Iran riguardo a possibili negoziati.

La sintonia con l’Europa, tuttavia, è evidente, come dimostrato dall’accettazione della proposta italiana di gestire l’aumento delle spese per la difesa (in senso esteso) fino al 5% del PIL entro il 2035.

In aggiunta, a livello europeo è stato espresso supporto per il Piano Mattei destinato all’Africa, avvalorato dal convegno di ieri con Ursula von der Leyen. Questo è significativo, considerando l’iniziale scetticismo con cui era stato accolto in Italia da parte delle opposizioni.

Infine, sarà interessante osservare l’affluenza prevista alla marcia contro il riarmo che si svolgerà oggi a Roma. Gli organizzatori dichiarano un’adesione che conta 440 gruppi, tra cui M5s e Verdi/Sinistra. Non è chiaro, invece, quanto il Partito Democratico parteciperà, dato che su questo tema presenta divisioni interne. Vi saranno rappresentanti dei Pro Pal? Si assisterà a scontri simbolici? In ogni caso, ciò si prospetta come un test per la politica estera del prossimo ‘campo largo’, riporta Attuale.

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