Le condizioni di Putin per la tregua in Ucraina. Trump: “Russia faccia la cosa giusta”

14.03.2025
Le condizioni di Putin per la tregua in Ucraina. Trump: "Russia faccia la cosa giusta"
Le condizioni di Putin per la tregua in Ucraina. Trump: "Russia faccia la cosa giusta"

Nel corso di una conferenza stampa, il presidente russo ha espresso scetticismo sull’efficacia di un semplice cessate il fuoco

La risposta del presidente russo Vladimir Putin alla proposta statunitense di tregua in Ucraina, già accettata da Kiev, che prevederebbe un cessate il fuoco iniziale di 30 giorni, è arrivata. Durante la conferenza stampa organizzata al termine di un incontro a Mosca con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, il leader del Cremlino ha dichiarato di essere disposto a fermare i combattimenti in Ucraina, a patto che ciò porti a una pace solida e duratura. 

Putin ha sottolineato la necessità di “eliminare le cause profonde del conflitto”, senza però specificare ulteriori dettagli sulle condizioni richieste dalla Russia. Questa frase solleverà qualche sopracciglio in diverse capitali europee, non solo a Kiev, dati i precedenti commenti di Putin su ciò che ha affermato aver “provocato” la Russia, come l’espansione della Nato verso est. La storia recente suggerisce che, per il presidente Putin, queste “cause profonde” riguardano l’esistenza stessa dell’Ucraina come Stato sovrano.

Alcune questioni devono ancora essere affrontate per una tregua in Ucraina e la Russia ha ancora bisogno di “consultazioni con gli Usa”, ha detto Putin, lasciando aperta l’idea di una probabile telefonata con Donald Trump. Il quale, incontrando il segretario generale della Nato, Mark Rutte, nello Studio Ovale, ha giudicato le dichiarazioni di Putin “promettenti, ma non complete”. L’auspicio di Trump è che la Russia faccia “la cosa giusta”, perché sarebbe “molto deludente se Mosca rifiutasse l’accordo” per il cessate il fuoco raggiunto da Usa e Ucraina. 

“Nel Kursk gli ucraini possono solo arrendersi o morire”

Sul fronte militare, Putin ha dichiarato che la regione di Kursk è ora sotto controllo russo e che le forze ucraine nella zona sono isolate, lasciando loro due opzioni: “Morire o essere catturate”. Putin, che ieri ha visitato un posto di comando delle truppe impegnate nel Kursk indossando per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina una mimetica, ha aggiunto che condurrà i prossimi passi del negoziato per la pace con Kiev “sulla base della situazione sul campo”, in quanto “sta rapidamente cambiando a favore della Federazione Russa”.

Il leader russo ha riconosciuto che per l’Ucraina sarebbe vantaggioso raggiungere una tregua di 30 giorni in queste circostanze. Una tregua in Ucraina “dovrebbe essere tale da portare a una pace a lungo termine e affrontare le cause di fondo del conflitto”, ha detto il leader russo che ha inoltre ringraziato il presidente statunitense Donald Trump “per l’attenzione rivolta alla soluzione del problema in Ucraina”. Tuttavia, il presidente russo ha espresso scetticismo sull’efficacia di un semplice cessate il fuoco, affermando che “non è chiaro come si evolverà la situazione a Kursk e altrove”. Durante il suo intervento, Putin ha sollevato dubbi sull’efficacia di una tregua temporanea, chiedendosi cosa accadrebbe alle truppe ucraine nella regione di Kursk, dove Mosca sta avanzando. “Dovrebbero andarsene tutti? Dovremmo rilasciarli dopo i numerosi crimini commessi contro i civili, o il comando ucraino gli ordinerà di arrendersi? Cosa succederà? Non è chiaro”, ha dichiarato Putin, evidenziando le complessità legate a un eventuale cessate il fuoco.

Il leader russo ha anche espresso preoccupazioni più ampie, sostenendo che una tregua di 30 giorni potrebbe dare all’Ucraina il tempo di riarmarsi e riorganizzarsi, mentre le forze russe stanno avanzando lungo l’intera linea del fronte, estesa per 2.000 chilometri. “Come verranno gestiti gli altri aspetti? Le truppe russe stanno avanzando praticamente in ogni settore, e ci sono tutte le condizioni per accerchiare grandi unità nemiche”, ha aggiunto.

Putin ha poi sollevato interrogativi su chi avrebbe il compito di far rispettare il cessate il fuoco: “Chi darà l’ordine di cessare le ostilità? E quanto varranno questi ordini lungo 2.000 chilometri? Chi deciderà se ci sono state violazioni dell’accordo? Chi verrà incolpato?”. Nonostante le perplessità, Putin ha affermato che l’idea di una tregua è “buona” e che la Russia la sostiene, ma ha sottolineato la necessità di negoziati approfonditi con gli Stati Uniti. 

“Il destino dell’Europa dipende dai negoziati tra America e Russia”

Sul fronte diplomatico, invece, proseguono le interlocuzioni tra Washington e Mosca. In serata Putin incontrerà a porte chiuse l’inviato degli Stati Uniti Steve Witkoff, stando a quanto reso noto dal consigliere del Cremlino Yury Ushakov. “L’incontro tra Witkoff e il presidente Vladimir Putin sarà stasera a porte chiuse”, ha riferito Ushakov, come riporta Interfax. Ma sembra che, per una volta, l’avvertimento del presidente bielorusso Lukashenko secondo cui “il processo negoziale tra America e Russia tiene il destino dell’Europa nelle loro mani” debba essere preso assolutamente sul serio.

I presidenti di Russia e Bielorussia, al termine del loro incontro di oggi a Mosca, hanno diffuso un comunicato congiunto nel quale accusano l’Unione Europea di portare avanti una politica “aggressiva e orientata allo scontro” nei confronti dei loro Paesi. Il comunicato punta inoltre il dito sulle “azioni destabilizzanti di Paesi Nato” e della “prosecuzione delle iniziative ostili nel contesto della crisi ucraina”, tra cui “piani per dispiegare” missili Usa e “infrastrutture militari e forze da combattimento significative” ai confini. Mosca e Minsk si impegnano quindi “se necessario, a prendere contromisure di natura politico-diplomatica, militare e tecnico-militare”.

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