La diplomazia delle spose: lettere per la pace ignorate
La recentissima iniziativa di tre first ladies, Melania Trump, Olena Zelenska e Emine Erdogan, ha dato vita a una serie di lettere destinate a sollevare la questione dei bambini colpiti dai conflitti in Ucraina e Gaza, ma queste hanno avuto poco o nessun impatto, riporta Attuale.
Tutto è iniziato il 15 agosto, durante il vertice di Anchorage, quando Donald Trump ha consegnato a Vladimir Putin una “lettera di pace” scritta da Melania. In essa, la first lady americana ha esortato il leader russo a “proteggere l’innocenza dei bambini”, citando i “migliori angeli” del presidente russo. Tuttavia, la missiva non ha fatto menzione dell’invasione dell’Ucraina né delle oltre 700 vittime tra i bambini causate dai bombardamenti, evitando anche di affrontare l’argomento della deportazione di 20.000 bambini ucraini in Russia, strappati alle loro famiglie.
Melania ha utilizzato un linguaggio edulcorato, dicendo: “Ogni bambino ha gli stessi sogni silenziosi nel cuore: amore, opportunità e sicurezza dal pericolo”, senza mai citare esplicitamente le atrocità che i bambini ucraini stanno vivendo. La reazione di Putin è stata di indifferenza, con il Cremlino che non ha mai rilasciato un commento ufficiale sulla lettera.
Pochi giorni dopo, la first lady ucraina Zelenska ha scritto una lettera, che è stata poi consegnata a Trump da suo marito, Volodymyr Zelensky. Questo messaggio ha manifestato gratitudine per l’attenzione rivolta alla sorte dei bambini rapiti dai soldati russi, ma anche in questo caso i dettagli sono rimasti vaghi.
Alla fine di agosto, Melania ha ricevuto una lettera da Emine Erdogan, moglie del presidente turco Recep Tayyip. La lettera ha posto l’accento su un’altra crisi umanitaria, esortando Melania a estendere la stessa empatia mostrata per i bambini ucraini ai circa 62.000 civili, tra cui 18.000 bambini, uccisi brutalmente in Gaza negli ultimi due anni. Emine ha affermato che le morti di questi bambini, catalogati come “bambini sconosciuti”, lasciano ferite profonde nella coscienza collettiva.
Questo non è il primo esempio di diplomazia parallela da parte di una first lady americana. Eleanor Roosevelt, ad esempio, è stata una figura chiave nel promuovere i diritti civili, mentre altre come Jacqueline Kennedy, Nancy Reagan e Hillary Clinton hanno utilizzato il proprio ruolo per promuovere una serie di cause morali. Tuttavia, il contesto attuale è diverso, poiché Melania Trump si trova in una posizione in cui deve mediare tra il suo marito collerico e figure autocratiche, presentando un volto più tenero senza ottenere risultati tangibili.
Malgrado le buone intenzioni, le lettere di queste “prime signore” non hanno avuto l’effetto sperato. La guerra in Ucraina e il conflitto a Gaza continuano a mietere vittime, lasciando i sogni di pace e sicurezza per i bambini come mere parole vuote su un foglio di carta.
Certo, tutti questi messaggi sono solo parole al vento. Eppure, mentre i bambini muoiono, si parla di pace in modo così lontano dalla realtà. Ci vorrebbe un’azione concreta, non solo lettere dolci. Davvero incredibile come il mondo giri… boh!