Da Elon Musk a Robert Kennedy Jr: questi nomi aiuteranno il prossimo presidente a cambiare volto agli Stati Uniti. Le loro storie dicono molto di come lo faranno, tra assassini di cani e amanti delle teorie del complotto.Tutti i profili
“Ci aiuterà a far tornare in salute l’America – ha detto Trump su di lui durante il discorso della vittoria nella notte elettorale. Vuole fare alcune cose e glielo lasceremo fare. Vai a divertirti, Bobby”.
Tutte le nomine di Donald Trump per la sua presidenza: nomi e storie
La nuova squadra di governo scelta da Trump dovrà avere una caratteristica su tutte: essere “fedele”. Il mix è fatto da volti noti e sorprese, alcune non ufficiali, con dei profili che stanno già facendo discutere. Tutte le nomine richiederanno la conferma del Senato.
Stephen Miller: vice capo di gabinetto
Consigliere di vecchia data, Miller avrà un ruolo cruciale nelle politiche migratorie, un aspetto cardine dell’agenda elettorale di Trump. Nel 2017 fu tra i principali fautori del “Muslim ban”, una legge approvata dall’amministrazione Trump che impediva l’ingresso a chi proveniva da determinati paesi musulmani.
Bill McGinley: consigliere della Casa Bianca
Già segretario di gabinetto durante la prima amministrazione Trump, McGinley torna per “garantire l’integrità del sistema elettorale e combattere contro lo sfruttamento del sistema giudiziario”.
Pete Hegseth: ministro della Difesa
Ex soldato e volto di Fox News, sarà lui a guidare il Pentagono. Veterano dell’esercito, Hegseth ha spesso fatto parlare di sé per dichiarazioni radicali o gesti singolari. Ad esempio, ha detto più volte che le donne non dovrebbero entrare nell’esercito viste le loro capacità di combattimento inferiori rispetto agli uomini. Dopo che Trump ha fatto il suo nome, è circolato molto un video di Hegseth che lancia un ascia per gioco e colpisce per sbaglio un batterista di una banda musicale.
In un altro video del 2019, Hegseth dice di non credere ai germi “visto che non si vedono” e di non lavarsi le mani da dieci anni.
Matt Gaetz: procuratore generale
Questa è stata una delle scelte più chiacchierate. Gaetz, deputato della Florida, è un fedele alleato di Trump. Indagato più volte per accuse di molestie sessuali e tratta di minori, sarà il ministro della Giustizia e di conseguenza potrebbe trovarsi a decidere sull’apertura o chiusura dei procedimenti contro il suo stesso presidente o di avviare indagini sugli oppositori dell’amministrazione, come ha promesso da Trump.
Kristi Noem: segretario alla Sicurezza Interna
Governatrice del South Dakota, Noem ha destato scalpore quando ha ammesso di aver ucciso un cucciolo di cane di 14 mesi perché “irrequieto” e “non adatto alla caccia”. Voleva fare lo stesso col pastore tedesco di Joe Biden. Tra le importanti agenzie federali di cui sarà alla guida, Noem gestirà anche le guardie di frontiera per attuare le politiche anti immigrazione di Trump.
John Ratcliffe: direttore della Cia
Già a capo dell’intelligence, Ratcliffe torna al suo posto. Aveva messo in dubbio la validità dell’indagine sull’interferenza russa nelle elezioni del 2016.
Marco Rubio: segretario di Stato
Sarebbe il primo latino in questo ruolo, Rubio è stato uno stretto consigliere di Trump. Sulla politica estera, ha sempre detto di essere a favore del diritto di Israele di rispondere con violenza agli attacchi di Hamas e di essere contrario agli aiuti all’Ucraina. Secondo Rubio, gli Stati Uniti dovrebbero avere un approccio più aggressivo nei confronti di Cina, Iran e Venezuela.
Tulsi Gabbard: direttrice dell’intelligence nazionale
Ex deputata democratica e veterana, Gabbard supervisionerebbe tutte le 18 agenzie di intelligence. È contraria alle missioni militari all’estero degli Stati Uniti.
Mike Waltz: consigliere per la sicurezza nazionale
Esperto di geopolitica e veterano, Waltz avrà il compito di gestire i conflitti nelle aree di crisi, dalla guerra in Ucraina a quella tra Israele e Hamas a Gaza. Da quando ha conquistato il suo seggio al Congresso nel 2018 ha sostenuto una legislazione per ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dai minerali critici provenienti dalla Cina e salvaguardare i college e le università americane dallo spionaggio cinese.
Tom Homan: zar dei confini
Si occuperà della sicurezza dei confini, un ruolo che non richiede la conferma del Senato. Ex agente di polizia e delle pattuglie di confine, ha lavorato sotto sei presidenti durante i suoi trent’anni nelle forze dell’ordine. Sotto il presidente Obama portò a termine un numero record di deportazioni. Ora dovrà occuparsi di quelle di “massa” promesse da Trump.
Mike Huckabee: ambasciatore in Israele
Sostenitore di lunga data di Israele e del suo diritto a insediarsi in Palestina, Huckabee si farà promotore della visione di Trump per il Medio Oriente. Si è inventato un gioco per bambini per insegnare a “combattere il socialismo”.
Elise Stefanik: ambasciatrice all’Onu
Alleata chiave di Trump e sua potenziale vicepresidente prima di JD Vance, Stefanik ha decise posizioni pro Israele e ha definito alcune risoluzioni delle Nazioni unite contro lo stato ebraico “antisemite”.
Lee Zeldin: direttore dell’Agenzia per la Protezione dell’ambiente
Con lui, Trump promette “deregolamentazione giuste e rapide che saranno attuate in modo da liberare il potere delle aziende americane”. Zeldin aveva criticato l’adesione agli accordi sul clima di Parigi da parte dell’amministrazione Biden. Comunque, ha detto che ha a cuore la “tutela dell’ambiente” e l’accesso ad “aria e acqua pulite”.