A Bruxelles cena informale dei leader Ue per iniziare a discutere di nomine. Sul fronte economico, finita la stagione della tolleranza torna il rigore sui conti
In cima all’agenda
Tasting the water on Ursula – La partita delle nomine ai vertici dell’Ue entra nel vivo. Lunedì 17 giugno a Bruxelles i leader dei 27 si incontreranno per un vertice informale, una cena in cui il piatto principale sarà la decisione sulla nuova presidenza della Commissione. Alla riunione parteciperà anche la candidata, Ursula von der Leyen, che poi lascerà la stanza per dare ai Ventisette modo di decidere.
Nomina e fiducia lampo – Le trattative tra governi e tra i tre gruppi principali dell’Aula, popolari, socialisti e liberali (con i Verdi in cerca di un ruolo da partner di minoranza), andranno avanti ancora per un po’, ma la nomina sembra quasi scontata. L’ufficialità dovrebbe arrivare al Consiglio europeo di fine mese, in tempo per non essere disturbata dalle elezioni in Francia, e per andare verso una fiducia lampo nella prima Plenaria del Parlamento a luglio.
Le altre caselle – Per quanto riguarda gli altri posti, l’ex premier socialista portoghese, Antonio Costa, è al momento il favorito dei bookmakers per il ruolo di presidente del Consiglio europeo, al posto del liberale belga Charles Michel. E liberali potrebbero occupare la casella dell’Alto rappresentante, con la premier estone Kaja Kallas favorita. Kallas dal partito è stata anche nominata negoziatrice, e quindi potrebbe trovarsi a negoziare per se stessa. L apopolare Roberta Metsola potrebbe restare alla guida del Parlamento europeo.
La resa dei conti sui conti – Sui conti pubblici la pacchia è finita. I tempi delle spese pazze e della tolleranza da parte della Commissione a causa della crisi sono solo un ricordo. Il Patto di stabilità è tornato in vigore ed è impossibile che il nostro Paese si salvi da una procedura d’infrazione, con il deficit oltre il 7% e il debito monstre di oltre il 137%, secondo solo a quello della Grecia.
La prima bacchettata – Mercoledì 19 giugno Berlaymont presenterà il pacchetto del semestre europeo, che dovrebbe comprendere una scontata procedura di infrazione per deficit eccessivo contro l’Italia. Ma per dare tempo ai Paesi di riabituarsi alle vecchie regole, le raccomandazioni agli Stati saranno fornite poi a novembre, mentre a settembre la Commissione attende i piani di rientro del debito.
Giorgetti sotto osservazione – Per Giancarlo Giorgetti si prevedono mesi complicati. Il ministro dell’Economia discuterà di come intende sanare i conti italiani con la Commissione e i suoi colleghi all’Ecofin di venerdì 21 giugno. Nella riunione, tra le altre cose, si proverà anche a raggiungere un accordo politico sul pacchetto per adattare l’Iva all’era digitale.
Altri temi caldi
Requiem per la Nature restauration Law – La legge sul ripristino della natura è il primo provvedimento del Green Deal che potrebbe cadere vittima delle elezioni europee. Con ogni probabilità il testo sarà bocciato dal Consiglio Ue, almeno nella sua forma attuale. Ne discuteranno in sessione pubblica i ministri dell’Ambiente al Consiglio Ue di lunedì 17 in Lussemburgo (per l’Italia ci sarà la vice ministra Vannia Gava) (la diretta qui dalle 9:45).
Agnello sacrificale – Si tratta del discusso regolamento che contiene misure per ripristinare la natura su almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’Ue entro il 2030, e che è diventato uno dei simboli dell’odiato Green Deal, l’unico che ancora si può sacrificare per soddisfare l’elettorato in subbuglio. Per questo diversi Paesi (tra cui l’Italia) sono determinati ad affossarlo, nonostante sia stato già approvato in via definitiva dal Parlamento e in sede di Trilogo (le trattative tra Parlamento e Consiglio Ue).
Meglio prendere tempo – Il testo doveva essere votato al Consiglio Ue Ambiente, ma visto che manca la maggioranza qualificata, è stato trasformato all’ultimo secondo in punto di discussione. I contrari punteranno a forzare il voto per dare il colpo mortale, ma non sarà semplice. Con le trattative per la nuova Commissione in corso, la cautela suggerirebbe di tenere la cosa in frigo almeno fino a quando i nuovi assetti non saranno decisi, poi si stabilirà il suo (triste) destino.
Requiem per la nostra previsione? – Aggiornamento di domenica 16 alle 14 Con un altro colpo di scena dell’ultimo secondo, l’Austria ha cambiato la sua posizione e annunciato un voto a favore, questo significherebbe che la Nature restauration Law è risorta dalle ceneri come la fenice e potrebbe alla fine essere approvata, se non ci saranno altri contro-colpi di scena. Vedremo.
Il nuovo assetto del Parlamento Ue
A una settimana dalla chiusura delle urne per il rinnovo del Parlamento europeo, c’è già un quadro quasi definitivo della nuova composizione dell’emiciclo, che nella decima legislatura conterà 720 deputati. Ecco un recap della situazione.
Partito popolare europeo – Il gruppo dei Popolari (Ppe) è rimasto il primo dell’Aula, crescendo da 176 a 189 deputati. La delegazione più folta è quella dell’Unione cristiano-democratica tedesca (Cdu-Csu), che conta 29 parlamentari. Tra i nuovi acquisti ci sono sette eletti ungheresi (di Tisza, il partito del leader dell’opposizione Péter Magyar), tre olandesi (due per il movimento agrario-populista Bbb e uno per l’Nsc) e un danese (La).
Socialisti e democratici – Ai socialdemocratici (S&D) è andata relativamente bene: hanno perso qualche seggio (da 139 a 136) ma hanno mantenuto il secondo posto nell’emiciclo. I principali partiti sono il Pd italiano (21 seggi) e il Psoe spagnolo (20 seggi). Al momento l’unica new entry nel gruppo è irlandese (Lab/Lo).
Renew Europe – I liberali hanno preso una sonora batosta nelle urne, scendendo da 102 a 79 deputati. Falcidiata la delegazione dei francesi di Renaissance (il partito di Emmanuel Macron), che passa da 23 a 13 ma rimane comunque la più nutrita. Si dovrebbero aggiungere al gruppo centrista i cinque deputati eletti da Volt (tre in Germania due i Olanda), con il partito transnazionale che v.
Verdi – Gli altri grandi sconfitti delle europee 2024 sono stati gli ambientalisti (Greens/Efa), che passano da 71 a 53 deputati. Il crollo verticale dei Verdi tedeschi e francesi non è stato sufficientemente compensato dai successi negli altri Stati membri, che comunque ci sono stati. Tra i nuovi acquisti ci sono tre italiani eletti con Avs.
Conservatori e riformisti – Il gruppo dell’Ecr di Giorgia Meloni ha ingrossato le proprie fila salendo da 69 a 76 deputati, grazie soprattutto alla crescita di FdI che porta in dote 24 seggi (seguito dai polacchi di PiS con 20). I nuovi ingressi provengono da Cipro (Elam), dalla Croazia (Dp), dalla Finlandia (Ps), dal Lussemburgo (Adr/Padr) e dalla Romania (Aur). Incerta l’adesione dei dieci ungheresi di Fidesz, il partito di Orban.
Identità e democrazia – Anche i sovranisti di Id, in cui siede la Lega, crescono, da 49 a 58, ma meno del previsto a seguito dell’espulsione dei tedeschi di AfD. Il contingente francese (30 eletti col Rassemblement national di Le Pen) è il più grosso dell’emiciclo, mentre è entrata la delegazione portoghese di Chega (due deputati).
Sinistra – Il gruppo della Sinistra europea (The Left – Gue/Ngl) ha guadagnato un paio di seggi (da 37 a 39), rimanendo comunque il più esiguo dell’Aula. Ha perso molti tedeschi di Die Linke ma ha guadagnato almeno due italiani eletti con Avs (forse tre), un animalista tedesco (Tierschutzpartei) e una spagnola di Sumar.
Non iscritti/altri – Infine, ci sono ancora un centinaio scarso di eletti che non fanno ancora parte di nessun gruppo. Di questi, 45 sono nei “non iscritti” (che comprendono i partiti già presenti all’Eurocamera ma non affiliati, come gli otto deputati del M5s, i cinque slovacchi di Smer e i 15 tedeschi di AfD) e 46 “altri” (che entrano per la prima volta a Strasburgo), tra questi i sei della sinistra sovranista tedesca della lista Bsw e gli altri due spagnoli della coalizione di Sumar).
Nuovi gruppi all’orizzonte? – Evidentemente, il “tesoretto” dei deputati non affiliati (non più, o non ancora) fa gola tanto ai gruppi parlamentari esistenti quanto ai “battitori liberi” che vorrebbero creare nuovi raggruppamenti nell’emiciclo di Strasburgo. Ad esempio, ci sono voci che circolano su un nuovo gruppo alla sinistra di The Left (guidato da Bsw e a cui potrebbero aderire i pentastellati) o su uno alla destra di Id (a partire da AfD e, magari, anche da Fidesz).
Consiglio Ue
Coesione – Martedì 18 giugno i ministri degli Affari europei dei Ventisette si riuniranno in Lussemburgo per discutere delle politiche di coesione per il quinquennio 2024-2029, e di come queste saranno legate all’Agenda strategica che i leader Ue adotteranno nel summit di fine mese. L’Italia sarà rappresentata dall’ambasciatore Enzo Celeste.
Trasporti – Lo stesso giorno anche il Consiglio Trasporti che dovrebbe adottare la sua posizione su tre file legislativi: un nuovo regolamento sull’Agenzia europea di sicurezza marittima (Emsa), l’emendamento della direttiva sui sistemi armonizzati d’informazione fluviale (Ris nell’acronimo inglese) sulle vie navigabili interne, nonché un nuovo regolamento sulle infrastrutture ferroviarie europee. Per l’Italia ci sarà il rappresentante permanente aggiunto, ambasciatore Stefano Verrecchia.
Eurogruppo – Giovedì 20 giugno, sempre a Lussemburgo, si riunirà l’Eurogruppo in preparazione del Consiglio Ecofin del giorno seguente. Nel formato “regolare” si analizzeranno le politiche nell’area dell’euro nel quadro della cooperazione con l’Fmi, mentre in formato “inclusivo” (anche con i ministri dei sette senza euro) si discuterà di competitività e nello specifico di politica industriale e integrazione del mercato unico.
Politica sociale – Contemporaneamente, i ministri competenti in materia di politiche sociali e welfare concorderanno la loro posizione sulle norme relative ai comitati aziendali europei e sul divieto della discriminazione in ambito lavorativo (su basi religiose, politiche, di disabilità, età o orientamento sessuale). Inoltre, discuteranno della dimensione sociale del mercato interno. Al tavolo per il Belpaese sempre l’ambasciatore Verrecchia.
Salute – La settimana si conclude venerdì 21 con il Consiglio Salute, sempre nella capitale del Granducato. Qui i temi principali saranno il “pacchetto farmaceutico” (che mira ad armonizzare il mercato interno dei medicinali tra gli Stati membri), la prevenzione dei tumori anche tramite campagne vaccinali (ad esempio contro il papillomavirus e l’epatite B) e l’Unione della salute. A rappresentare l’Italia ci sarà il ministro Orazio Schillaci.
Commissione
Dialogo sul clima – Martedì 18 giugno si terrà a Bruxelles il quinto Dialogo di alto livello tra Ue e Cina sul clima e l’ambiente. Sarà co-presideuto da tre commissari: Maros Sefcovic (Relazioni interistituzionali), Wopke Hoekstra (Clima) e Virginijus Sinkevicius (Ambiente). A rappresentare la Repubblica popolare ci sarà il vicepremier Ding Xuexiang.
Altri eventi
Tajani a Bruxelles – Lunedì 17 giugno sarà a Bruxelles il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, in qualità di coordinatore di Forza Italia, per partecipare a degli incontri del Partito popolare europeo (Ppe), in cui si parlerà anche di nomine.
Tassi d’interesse – Giovedì 20 giugno la Banca d’Inghilterra decide un eventuale taglio dei tassi d’interesse. È probabile che l’istituto scelga, a differenza della Bce, la strada della prudenza e di mantenere i tassi invariati, con conseguenze anche sulle future decisioni di Francoforte.
Crimini di guerra di Hamas e Israele – Al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sarà presentato mercoledì 19 giugno il report della commissione d’inchiesta sugli attacchi di Hamas del 7 ottobre e la risposta di Israele a Gaza. Sia l’organizzazione islamista che il governo di Tel Aviv sono accusati di crimini di guerra.
Atto di forza per salvare il pianeta – A Vienna, in Austria, giovedì 20 giugno Austrian World Summit, la conferenza sul clima organizzata dalla fondazione di Arnold Schwarzenegger. Oltre al celebre attore, nonché ex governatore della California, tra gli ospiti Ursula von der Leyen e il Segretario generale dell’Onu, António Guterres.
La cooperazione franco-cinese nello spazio – Se sulla terra non vanno molto d’accordo, Francia e Cina provano a fare coppia almeno nello spazio. Dalla base cinese di Xichang sarà lanciato sabato 22 giugno il satellite Svom, all’interno di una missione franco-cinese dedicata allo studio delle più lontane esplosioni di stelle, i gamma-ray burst.
Cinque articoli della settimana appena conclusa
Gli elettori hanno parlato, ora in ballo ci sono le nomine: von der Leyen verso il bis
A seguito del voto europeo si ridisegnano gli equilibri politici dell’Unione: ora vanno rinnovati i vertici di tutte le istituzioni comunitarie.
Da von der Leyen a Meloni: le 5 donne da cui dipende il futuro dell’Europa
Chiuse le urne, è iniziata la partita per le nomine alle principali cariche dell’Ue. Il puzzle a Bruxelles sembra già composto. Ma gli occhi sono puntati sulle mosse della premier e di Marine Le Pen.
La Germania vuole fermare i dazi sulle auto elettriche cinesi
La Commissione europea vuole imporre tariffe su questi veicoli che potrebbero arrivare nei casi estremi alla metà del loro costo, ma Berlino teme ritorsioni di Pechino e vuole ammorbidire l’intervento
In Europa la destra si fa in tre
Insieme, i partiti conservatori e sovranisti rappresentano quasi un terzo dell’emiciclo. Ma il sogno di un “supergruppo” sembra destinato a tramontare. Al contrario, potrebbe arrivare una nuova formazione ancora più estremista.
Perché nella Germania dell’Est cresce l’estrema destra (ma anche la sinistra). Secondo diversi analisti quello verso l’AfD è soprattutto un voto di protesta contro le politiche economiche del governo di Olaf Scholz. Ma a fomentare questa protesta anche l’apertura ai migranti e il sostegno a Kiev.