La premier e il Capo dello Stato si sono incontrati al Quirinale e hanno pranzato insieme. Sul tavolo il dopo Fitto e la “moral suasion” del Colle su alcuni provvedimenti divisivi
Nelle ore frenetiche in cui – in commissione Bilancio al Senato – si consumava lo scontro tra Lega e Forza Italia, con la maggioranza che andava sotto per ben due volta, prima con la bocciatura dell’emendamento leghista che voleva confermare il taglio del canone Rai e poi con quella di un altro emendamento, presentato dal forzista Claudio Lotito, sulla sanità in Calabria, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, saliva al Quirinale per un incontro riservato con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. I due avrebbero pranzato insieme e discusso di alcun dossier aperti.
Le ipotesi sul dopo Fitto: il Quirinale non vorrebbe lo spacchettamento delle deleghe
Non è la prima volta che i due si incontrano lontano dai riflettori, fonti del governo parlano addirittura di un appuntamento mensile, ma in questa occasione gli argomenti sul tavolo sono andati probabilmente oltre la gestione dell’ordinario, soprattutto in virtù dell’elezione di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue. Non è un mistero che Mattarella prema per una sostituzione del ministro e gradisca meno l’ipotesi, più volte circolata in queste settimane, di uno spacchettamento delle deleghe ai sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari: il Quirinale preme per dare all’Europa e ai mercati finanziari il messaggio di un Paese solido, specie sulla gestione del Pnrr.
Oltre al dopo Fitto, la premier e il presidente della Repubblica si saranno anche confrontati sulla “moral suasion” del Colle, che in queste settimane è più volte intervenuto per risolvere situazioni intricate e bloccare una serie di emendamenti giudicati inappropriati. Il caso più eclatante è stato l’emendamento con cui si raddoppiava di fatto il contributo ai partiti, superando l’attuale 2 per mille e alzandolo a 40 milioni di euro. Gli uffici del Quirinale hanno fermato tutto spiegando che una questione così delicata non può essere decisa con un emendamento, ma serve una riforma ad hoc. Mattarella ha fatto sentire la sua voce anche sul decreto flussi, ottenendo un margine di tempo maggiore per le Corti d’Appello che dovranno decidere sulle richieste d’asilo dei migranti, dopo che il governo ha tolto la competenza ai tribunali specializzati. E poi sono state chieste modifiche sul dl Sicurezza, soprattutto per quello che concerne il carcere per le donne incinte o con figli piccoli. Interventi che rientrano certamente in un clima di collaborazione istituzionale, ma che ultimamente si sono fatti più decisi per evitare che alcune norme non vengano poi bloccate dalla Corte Costituzionale.