Lo Ius scholae scuote la destra

04.07.2025 03:35
Lo Ius scholae scuote la destra

Roma, 4 luglio 20205 – Adelante con juicio. Anzi, avanti con molto giudizio. Antonio Tajani a metà mattinata corregge il portavoce del partito, Raffaele Nevi, il quale ieri aveva espresso la sua disponibilità a votare insieme al Pd lo Ius scholae (ribattezzato Ius Italiae dal leader). Tuttavia, si tratta di una conferma mascherata da smentita: “È il Pd che vota la nostra proposta, non il contrario. E noi siamo pronti a discuterla con tutti. Il Parlamento è sovrano”. Riporta Attuale.

Apriti cielo: la Lega spara a zero. “È una proposta tecnicamente sbagliata, irricevibile dal punto di vista politico e tecnico”, afferma Rossano Sasso. Il più infuriato è Maurizio Lupi di Noi Moderati: “La nostra posizione è nota, ma le forzature sono controproducenti, rischiano di spaccare la maggioranza”. FdI si distingue per la sua diplomazia: “Il fatto che Forza Italia abbia una posizione diversa dalla nostra non crea particolari tensioni”, avverte il responsabile dell’organizzazione, Giovanni Donzelli. “Quando e se arriverà in aula, si discuterà. Chi, a sinistra, spera nella crisi sarà deluso”.

Nemmeno dentro Forza Italia c’è unanimità. Licia Ronzulli, da sempre contraria a questa riforma della cittadinanza, sbotta: “La sinistra cerca di usare l’arma di distrazione di massa dello Ius scholae per nascondere la vera notizia: stiamo facendo la separazione delle carriere dei magistrati”. In realtà, chi sembra distrarre con quel tema sarebbe il suo leader. Un po’ per l’insurrezione della maggioranza, molto per il rapido scambio di parole con Giorgia Meloni, che incontra a Palazzo Chigi quando si tratta di ricevere il premier malese, Anwar bin Ibrahim. Tajani, nel pomeriggio, frena e rivede il punto chiave delle dichiarazioni, dicendo di essere pronto a trattare con tutti. La nuova linea? Non è disposto a mediare con nessuno: “Non trattiamo sulla nostra proposta”. Insomma, il disegno di legge è quello di FI, dieci anni di buona scuola per ottenere la cittadinanza. Non è un cambio da poco.

Per il Pd, votare una legge senza possibilità di modifica è difficilissimo. Contrariamente alla minoranza, che invece spalanca le porte: “L’apertura di Forza Italia è una possibilità che va verificata”, afferma Filippo Sensi. Gli altri seguono a ruota.

Conte intravede il colpo grosso e non esita un attimo: “Se non è una chiacchiera estiva, noi non aspettiamo altro”. Carlo Calenda quasi lo batte in rapidità: “Se FI porta la proposta al voto la sosteniamo”. Matteo Renzi cerca di stanare il leader azzurro durante il question time al Senato: “Stavolta fa sul serio?”. Ma Tajani si smarca: “Sono qui per rispondere a un’interrogazione non come segretario di partito, ma come ministro degli Esteri”. La maggioranza del Pd resta muta, e basterebbe questo a segnalare la difficoltà della situazione. Successivamente, si rifugiano dietro una polemica da talk show: “Se non la calendarizzano subito vuol dire che è solo una polemica estiva”, avverte Ouidad Bakkali, prima firmataria del ddl del Pd. Non è detto, ma serve al partito per tirarsi fuori d’impaccio.

Al momento, il Pd sembra orientato a votare contro. Non c’è bisogno di dirlo finché tutto si riduce a belle parole. Far arretrare Tajani non risulta semplice. Le sue posizioni sullo Ius Italiae non sono battute estemporanee, ma il riflesso di una strategia precisa su cui martella la famiglia Berlusconi, affinché FI si doti di un’identità distinta da quella degli alleati. La strada è chiara: insistere sui diritti civili. Non a caso, anche sul fine vita, FI valuta la possibilità di rompere il fronte della maggioranza, rimettendo in discussione l’esclusione del Servizio sanitario nazionale dai suicidi assistiti. Pertanto, anche senza forzare troppo i tempi (“non è una priorità”), è probabile che a settembre Tajani richieda di iniziare a discutere la legge in commissione, accettando il rischio di una frattura nella maggioranza che, nonostante le rassicurazioni di FdI, inevitabilmente ci sarà. Forse lo farà sperando di portarla a casa, oppure puntando su un voto contrario della sinistra che gli garantirebbe una bella figura e zero guai.

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