L’Occidente stringe la morsa: nuove sanzioni UE e USA mettono in ginocchio l’economia russa

11.06.2025 15:46
L’Occidente stringe la morsa: nuove sanzioni UE e USA mettono in ginocchio l’economia russa
L’Occidente stringe la morsa: nuove sanzioni UE e USA mettono in ginocchio l’economia russa

Il conto alla rovescia per il Cremlino è iniziato. Con il 18° pacchetto di sanzioni approvato dalla Commissione Europea, Bruxelles e Washington stanno accelerando la pressione economica sulla Russia per costringerla a fermare la sua guerra contro l’Ucraina. Come ha dichiarato la presidente Ursula von der Leyen: “Questo conflitto deve finire”. E questa volta, le misure non sono simboliche: colpiscono il cuore pulsante dell’economia russa.

Petrolio, gas e finanza sotto attacco

Il nuovo pacchetto introduce restrizioni mirate sull’export di energia, infrastrutture strategiche e istituti finanziari che supportano l’apparato bellico del Cremlino. Uno dei colpi più duri? L’abbassamento del tetto massimo sul prezzo del petrolio russo da 60 a 45 dollari al barile. Ma non è tutto.

È prevista anche la proibizione dell’uso del gasdotto Nord Stream per il trasporto di gas verso la Germania, e si amplia il divieto all’importazione di prodotti petroliferi raffinati in Paesi terzi, chiudendo così le falle nei meccanismi di elusione.

La flotta ombra e il Fondo sovrano nel mirino

Altrettanto incisiva è la proposta di inserire 77 navi della “flotta ombra” russa nella lista nera: a queste sarà vietato l’ingresso nei porti UE. Parallelamente, si vuole bloccare anche il Fondo Russo per gli Investimenti Diretti, lo strumento usato da Mosca per aggirare le sanzioni e finanziare la modernizzazione dell’economia.

A completare l’offensiva c’è il divieto di esportazione verso Mosca di beni industriali per 2,5 miliardi di euro: macchinari, metalli, plastica, chimica e tecnologia a duplice uso – impiegata per produrre droni e missili. Una misura che ricorda il vecchio CoCom: lo strumento con cui, durante la Guerra Fredda, l’Occidente controllava severamente le esportazioni verso il blocco sovietico.

Colpito anche il sistema bancario russo

Le nuove sanzioni prevedono anche l’esclusione di 22 banche russe dal sistema SWIFT, la rete internazionale di comunicazioni bancarie. Un’iniziativa che, benché sembri secondaria rispetto ad altre misure, può compromettere pesantemente l’accesso di Mosca ai mercati globali, agli investimenti stranieri e perfino ai pagamenti interni.

Il sostegno USA: silenzioso ma potente

L’Unione Europea spera in una piena collaborazione di Washington, che dovrebbe approvare il pacchetto prima del vertice G7 in Canada. E i segnali non mancano: l’amministrazione Trump, pur con toni cauti, sembra appoggiare la strategia. Più efficace di una tariffa del 500% sul petrolio russo, proposta dal senatore Lindsey Graham, è infatti il sostegno diretto a un embargo europeo strutturato.

Indicativo anche il cambio di tono del premier ungherese Viktor Orbán — da sempre scettico — e la dichiarazione del segretario alla Difesa USA P. Hagset, che ha ribadito che la pace è la priorità americana. Anche se nel 2026 il sostegno militare diretto degli Stati Uniti a Kyiv sarà ridotto, sarà l’Europa a colmare il vuoto finanziario.

Un segnale forte: l’Ucraina al G7

L’invito rivolto all’Ucraina a partecipare al prossimo G7 è un messaggio forte: l’Occidente non si è stancato di sostenere Kyiv. Al contrario, mostra una chiara determinazione politica a contenere l’espansionismo russo e proteggere la sicurezza del continente.

Effetti a catena per il Cremlino

Il nuovo pacchetto potrebbe innescare una recessione prolungata per Mosca. Le restrizioni commerciali indeboliranno le entrate derivanti dall’export, compromettendo le reti logistiche prebelliche e creando seri problemi nel settore tecnologico e finanziario. In questo scenario, diventa sempre più difficile per Putin inseguire il sogno di un “nuovo blocco orientale” attraverso una guerra lunga e costosa.

Ma il colpo più simbolico resta la compattezza dell’Occidente. Se il pacchetto verrà adottato rapidamente e senza fratture, dimostrerà che UE e USA non solo sostengono l’Ucraina, ma sono anche capaci di una risposta geopolitica unitaria e potente.

Come ha affermato Kaja Kallas, Alto Rappresentante UE per gli Affari Esteri:
“La Russia porta morte e distruzione. Non vuole la pace. Deve essere ritenuta responsabile della sua aggressione illegale”.
Una presa di posizione che, finalmente, lascia poco spazio ai dubbi: l’aggressore va fermato. E adesso, l’Occidente sembra pronto a farlo davvero.