L’Ue accusa la Cina di sfavorire i suoi dispositivi medici europei negli appalti pubblici

29.04.2024
L'Ue accusa la Cina di sfavorire i suoi dispositivi medici europei negli appalti pubblici
L'Ue accusa la Cina di sfavorire i suoi dispositivi medici europei negli appalti pubblici

Bruxelles ha lanciato un’indagine per accertare se i fornitori del blocco abbiano avuto un accesso equo sui mercati del gigante asiatico. Pechino: “Scuse per fermare le nostre imprese”

La Cina attua pratiche di concorrenza sleale favorendo “l’acquisizione di dispositivi medici e servizi medici nazionali” e limitando “l’acquisto di merci importate” dall’Europa sui propri mercati. Queste le accuse rivolte al gigante asiatico dalla Commissione europea, che ha deciso di aprire un’indagine sugli appalti pubblici cinesi dei dispositivi medici.

L’inchiesta

Con questa indagine l’Ue vuole accertare se i fornitori europei abbiano avuto un accesso equo sui mercati cinesi dei dispositivi medici, fra cui apparecchi ortopedici, dispositivi dentali, veterinari e chirurgici, garze e bende. Se si dovesse concludere che la Cina ha effettivamente praticato concorrenza sleale, l’Ue potrebbe applicare restrizioni alle aziende cinesi di dispositivi medici alle gare d’appalto pubbliche dell’Ue.

Ci sono diversi modi in cui la Commissione sospetta che la Cina favorisca in modo sleale le sue aziende, inclusa una politica Buy China (compra cinese), cioè restrizioni sulle importazioni e “condizioni che portano a offerte esageratamente basse che le imprese a scopo di lucro non potrebbero sostenere”, afferma.

L’indagine, che prevede la consultazione fra Commissione e autorità cinesi per accertare i fatti ed eventualmente eliminare o porre rimedio alle presunte pratiche discriminatorie, dovrà concludersi entro nove mesi, periodo eventualmente prorogabile di ulteriori cinque mesi.

Questa indagine è la prima avviata nell’ambito dello Strumento per gli appalti internazionali dell’Ue (International Procurement Instrument, IPI), che mira a promuovere la reciprocità nell’accesso agli appalti pubblici fra Paesi Ue e Paesi non Ue, a seguito delle lamentele delle aziende e dei governi europei sulla difficoltà di accesso al mercato cinese (stessa cosa avvenuta per energia solare e turbine eoliche cinesi).

La risposta della Cina

Ma la Cina ha smentito le accuse e accusato a sua volta l’Unione europea di protezionismo. “Da tempo l’Unione europea utilizza frequentemente il proprio arsenale economico e commerciale e misure di difesa commerciale, inviando segnali protezionistici, prendendo di mira le imprese cinesi e danneggiando l’immagine dell’Unione europea”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin secondo quanto riporta Reuters. 

“L’Ue ha sempre vantato di essere il mercato più aperto del mondo, ma naturalmente ciò che il mondo esterno vede è che l’Ue si sta muovendo passo dopo passo verso il protezionismo”, ha detto. “Chiediamo urgentemente all’Europa di mantenere la sua promessa di apertura del mercato e concorrenza leale, di rispettare le regole dell’Omc (Organizzazione mondiale del commercio) e di smettere di usare la più piccola scusa per sopprimere e limitare l’accesso alle imprese cinesi”, ha ribadito il portavoce della diplomazia cinese secondo il giornale online Le Soir.

Fonte: LaStampa

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