La Commissione Ue ha proposto una prima lista provvisoria dei Paesi considerati “sicuri” per il rimpatrio dei migranti, che comprende Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia. Per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si tratta di “un successo del governo italiano che ha lavorato per ottenere la revisione del regolamento”.
La Commissione europea ha proposto una prima lista aggiornata di Paesi considerati “sicuri” per il rimpatrio dei migranti. Nell’elenco provvisorio ci sono Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia. Spetterà ora al Parlamento europeo e al Consiglio approvare la proposta.
L’esecutivo europeo ha proposto di anticipare l’attuazione di alcuni elementi del Patto Migrazione e asilo – la cui approvazione è prevista per il 2026 – al fine di aiutare gli Stati membri a trattare le domande di asilo. La designazione come Paese di origine sicuro, indica Bruxelles, “non costituisce una garanzia di sicurezza per tutti i cittadini di tale Paese” e gli Stati membri dovranno “effettuare una valutazione individuale di ciascuna domanda di asilo”, indipendentemente dal fatto che una persona provenga o meno da un Paese di origine sicuro .
Nella sua proposta la Commissione ha suggerito di istituire “un elenco europeo di Paesi di origine sicuri” le cui domande saranno trattate secondo una procedura accelerata o una procedura di frontiera. Alcuni Stati membri infatti, dispongono già di elenchi nazionali. La lista europea servirà a “integrare tali elementi” e promuovere “un’applicazione più uniforme del concetto, consentendo agli Stati membri di trattare le domande di asilo presentate da cittadini di Paesi presenti nell’elenco con una procedura accelerata, sulla base del fatto che è improbabile che le loro domande abbiano esito positivo”, si legge ancora.
La Commissione ha aggiunto inoltre, che i Paesi candidati all’adesione all’Ue soddisfano “in linea di principio” i criteri per essere designati come sicuri, “dato che, nel quadro del loro percorso di adesione all’Ue, si sforzano di raggiungere la stabilità delle istituzioni che garantiscono la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto e la protezione delle minoranze”. Un Paese candidato potrebbe essere escluso solo in alcune circostanze, ovvero in caso di violenza indiscriminata in situazioni di conflitto, di sanzioni adottate dal Consiglio nei confronti di tale Paese o un tasso di riconoscimento dei richiedenti asilo superiore al 20% a livello Ue. L’elenco dei Paesi sicuri europeo comunque, potrà essere ampliato o rivisto nel tempo. I singoli Stati potranno essere sospesi o rimossi se non soddisfano più i requisiti di partenza.
L’aggiornamento della lista da parte della Commissione è stato definito “un successo del governo italiano”, dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “che ha sempre lavorato sia a livello bilaterale, che multilaterale per ottenere la revisione del regolamento”. Oltre agli Stati candidati all’adesione alla Ue, “nella lista compaiono anche Egitto, Tunisia e Bangladesh, analogamente a quanto aveva previsto l’Italia non senza polemiche e contrapposizioni politiche strumentali e puramente ideologiche”, ha dichiarato. “In linea con le nostre aspettative, la proposta lascia ai singoli Stati Membri la possibilità di designare i Paesi di origine sicuri con eccezioni per specifiche parti di territorio e categorie di persone”, ha aggiunto. “Inoltre, come proposto dall’Italia, il regolamento contiene anche il riferimento all’anticipazione dell’attuazione di alcune normative contenute nel Patto Migrazione e Asilo. In particolare prevede la possibilità di applicare le procedure accelerate di frontiera, come quelle previste in Albania, ai richiedenti asilo che abbiano una nazionalità con un tasso di riconoscimento del diritto di asilo a livello europeo inferiore al 20%”, ha concluso Piantedosi.